Matera, incendio in un capannone dove vivevano i braccianti stranieri. Morta 28enne nigeriana
Tragedia questa mattina in un capannone a Metaponto di Bernalda, nel Materano, usato come dimora da decine di migranti impegnati nella raccolta nei campi agricoli della zona. Nel rogo ha perso la vita una donna, che non è riuscita a mettersi in salvo finendo travolta dalle fiamme. Si tratta di una ventottenne mamma di due figli. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna era arrivata in Italia nel 2015 quando presentò domanda per il permesso di soggiorno alla Questura di Padova che però la respinse. In seguito aveva fatto ricorso ed era in attesa del responso. Lo stabile in cui si è consumato il dramma è l’ex complesso industriale “La Felandina” e da tempo vi hanno trovato riparo in condizioni precarie decine di uomini e donne che lavorano come braccianti, il più delle volte sfruttati, nella campagne della zona. Le fiamme sono divampate questa mattina per cause ancora da accertare, ma l'ipotesi del rogo doloso è stata esclusa.
Non ci sono altri feriti – Nell'incendio – secondo quanto si è appreso – non vi sono stati altri feriti. Il capannone dove è stato trovato il cadavere della donna è stato posto sotto sequestro dell'autorità giudiziaria e sono in corso le operazioni di bonifica, che prevedono anche la rimozione di altre bombole di gas. Nel pomeriggio, come confermato dal sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ci sarà una riunione del Comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica. I media locali riportano che le condizioni della struttura erano talmente precarie da far pensare molti che fosse “solo questione di tempo” prima che avvenisse qualche incidente, mentre sui social network gli utenti commentano l’accaduto riferendosi a “La Felandina” chiamandola “il ghetto”. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme, mentre per ricostruire la dinamica dell’incidente è stata aperta un'inchiesta.
Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare”. “Abbiamo da tre mesi una ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone – ha aggiunto il primo cittadino – ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono”. “Occorre trovare delle alternative – ha detto infine il primo cittadino – Abbiamo scritto a tutti: al governo, alle istituzioni locali, ma il problema è ancora qui. Attendiamo anche che il Demanio, proprietario degli immobili, provveda a murare gli accessi ai capannoni della ex Felandina”.