Matej Curko è il cannibale slovacco: in Italia si indaga su trenta casi di scomparse
Sembra la trama di un horror della peggior specie, di quelli che si guardano con la certezza che "è solo un film", macabro, violento e soprattutto irreale. La storia di un cannibale che adesca le sue vittime in rete, offrendogli un "banchetto" del quale sono proprio loro il pasto principale, una sorta di orribile rituale, orribile proprio perché chi decide di farne parte, è assolutamente consenziente.
Sembra la trama di un horror, peccato solo che non lo sia.
Matej Curko, originario di Sokol, un piccolo villaggio di quasi mille abitanti a nord-est della Slovacchia, conduceva una vita apparentemente tranquilla: tutti lo conoscevano come una persona mite e riservata, una moglie, due figli e un lavoro assolutamente abitudinario, un tecnico di computer appassionato di riprese con la videocamera. La doppia vita di Matej è emersa con sconcerto, quando una delle sue potenziali vittime, lo svizzero Markus Dubach, dopo aver visionato il truculento schedario del suo carnefice, ha pensato bene di non farne parte e di cambiare idea all'ultimo momento, mandando all'appuntamento, il maggio scorso, un poliziotto. Il "banchetto" avrebbe avuto luogo nel bosco di Kysak, dove Matej lavorava ed operava: era lì che nascondeva i cadaveri e conservava parte degli stessi nel suo frigorifero dell'orrore.
Il 12 maggio, nella casa del cannibale, il poliziotto lo ha affrontato e, sebbene fosse ferito, è riuscito a colpirlo con 5 proiettili.
Dalla testimonianza dello svizzero Markus Dubach, si è saputo che tra le vittime di Matej ci sarebbe anche una ragazza italiana di 28 anni, di cui purtroppo non si hanno altre informazioni. La segnalazione dell'Interpol è stata accolta dal Nucleo operativo e della Scientifica, che stanno lavorando sul caso, per scoprire l'identità della ragazza italiana scomparsa. La pista che si sta seguendo è quella telematica: Matej aveva una mail, alla quale le sue vittime lo contattavano per offrirsi ai suoi banchetti (kanibm@volny.cz). Purtroppo l'archiviazione dei provider è a tempo e si teme, quindi, che i contatti, prima del 2009, siano andati perduti per sempre.
Si dovrebbero analizzare le mail delle ragazze scomparse, che in Italia dall'inizi0 del 2009 al maggio del 2011 sono circa una trentina. L'altra pista di indagini, quella più cruenta, dovrebbe condurre all'analisi dei resti trovati nel frigorifero dell'orrore: una volta ottenuti, si potranno confrontare con quelli delle famiglie delle ragazze scomparse.
Questo non è un film.