Massacrato di botte in carcere, Alberto Scagni si sveglia dal coma e riabbraccia la madre: “Commovente”
È stato un incontro molto commovente quello che c'è stato ieri nel reparto di rianimazione dell'ospedale Borea di Sanremo tra Alberto Scagni e la mamma Antonella Zarri, secondo quanto ha riportato Il Secondo XIX. L'uomo, condannato a 24 anni e 6 mesi per aver ucciso a Genova Quinto nel 2022 la sorella Alice, era finito in coma dopo essere stato brutalmente aggredito nel carcere della città ligure dove stava scontando la pena lo scorso 22 novembre.
Dopo essere stato sottoposto ad un doppio intervento chirurgico, era stato posto in coma farmacologico dai medici, che l'hanno risvegliato nei giorni scorsi. Martedì era stata interrotta la sedazione, ha riaperto gli occhi ed ha risposto ad alcune sollecitazioni.
Scagni non è più intubato ma non può ancora parlare e ieri ha potuto finalmente riabbracciare la madre che l'ha raggiunto in ospedale ed è rimasta con lui una mezz'ora circa. Probabilmente già oggi ci sarà un nuovo incontro, in attesa che l'uomo sua trasferito in un altro reparto. Ma ciò non avverrà, secondo i sanitari, entro la prossima settimana.
Nel frattempo, procedono le indagini nell'ambito dell'inchiesta per tentato omicidio a carico dei due detenuti, di origini marocchine, che lo scorso 22 novembre hanno aggredito Scagni mentre era nella sua cella nel carcere di Valle Armea, colpendolo con uno sgabello e cercando di strangolarlo. Già sarebbero stati aggrediti a loro volta in un altro carcere. Ma ancora molte sono le domande a cui si sta cercando di dare risposta, a partire dal ritardo nell'intervento delle guardie carcerarie.
L'esperto contattato dalla famiglia Scagni, il criminologo forense Gianni Spoletti, ricostruirà addirittura il pestaggio in 3D utilizzando le fotografie scattate in cella. "Alberto era nelle mani dello stato e non gli è stata garantita la sua incolumità fisica", aveva commentato la madre subito dopo l'aggressione.