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Massacrate in casa, quando la vittima apre la porta al suo assassino

Miranda Sarto è stata uccisa barbaramente con un accetta e poi data alle fiamme nella sua casa di Porto Viro. L’omicidio segue di 24ore quello di Maria Rita Tomasoni, anche lei morta accoltellata nella sua casa di Novara, entrambe, come Gianna del Gaudio hanno aperto la porta al loro assassino. Anche Gianna Del Gaudio, la professoressa uccisa a Seriate è stata sgozzata nell’intimità della sua casa.
A cura di Angela Marino
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Miranda Sarto e Gianna Del Gaudio
Miranda Sarto e Gianna Del Gaudio

Quaranta coltellate è quello che si dice overkilling, ovvero un accanimento furioso sulla vittima che va oltre l’intento di uccidere. È un accesso incontrollato di ira che spinge l’assassino a infierire. È quello che è accaduto a Maria Rita Tomasoni, 52 anni, morta all'ospedale Maggiore di Novara massacrata dei fendenti di un aguzzino, che, per ora, resta conosciuto. Una furia senza precedenti è quella che si è abbattuta sulla 52enne invalida che, da quanto ricostruito dagli inquirenti intervenuti in via Cavallari della Bicocca, avrebbe aperto la porta al suo assassino. Maria Rita è stata aggredita nella sua casa.

L'omicidio di Maria Rita Tomasoni

I vicini l’hanno sentita gridare intorno alle 10 e 30 del mattino, poi l’appartamento in cui viveva con il marito Daniele Pasquali è piombato nel silenzio. Il coniuge 54enne è stato il primo a parlare con gli inquirenti, riferendo di trovarsi al cimitero, dove lavora come dipendente comunale, quando la moglie è stata aggredita. La prima ipotesi ad essere considerata –  e scartata –  dalle forze dell’ordine era quella della rapina. Eppure in casa Pasquali non manca nulla, i soldi che la coppia teneva nell'appartamento sono al loro posto e né contati né oggetti di valore sono stati portati via. Per gli investigatori l’enigma dell’omicidio parte da due elementi sicuri: Rita conosceva il suo assassino perché gli ha aperto la porta; lo conosceva anche perché questi l’ha aggredita con una ferocia che solo chi ha un coinvolgimento emotivo può riversare nell’atto omicida.

L'omicidio di Miranda Sarto

Il giallo ricorda molto da vicino quello di Miranda Sarto, uccisa barbaramente con un'accetta l'11 novembre 2016. Il suo corpo è stato dato alle fiamme nella villetta di Porto Viro dove viveva. L'abitazione è stata completamente distrutta dal fuoco. Anche in questo caso l'assassino è entrato dalla porta e ha aggredito l'anziana 82enne ferendola al volto e in varie parti del corpo. L'incendio è stato, secondo gli inquirenti, un tentativo di depistare le indagini facendo credere che la donna fosse morta carbonizzata. La vittima è una pensionata 82enne di Porto Viro (Rovigo), un'ex sarta, e' stata assassinata da qualcuno che forse conosceva, che poi ha cercato con il rogo di sviare le indagini, di cancellare le tracce del delitto. Il compagno di Miranda, un 72enne residente nei pressi di Mesola (Ferrara), sarebbe rimasto con lei fino alle 16 del pomeriggio.

L'omicidio di Gianna del Gaudio

Diverse analogie con gli omicidi presenta anche il caso di Gianna del Gaudio, la professoressa irpina sgozzata nella sua abitazione di Seriate (Bergamo) il 18 ottobre 2016. La 66 enne è stata sorpresa in cucina nella sua villetta di Via Montecapione da un misterioso sconosciuto che le avrebbe tagliato la gola lasciandola in un lago di sangue, per poi dileguarsi. In questo caso manca l’azione di overkilling, ma l’assassino è certamente entrato dalla porta, mancando segni di effrazione sul cancello di ingresso. Il marito della vittima dichiara di aver visto chino sul corpo della moglie un assassino con il volto incappucciato. Antonio Tizzani sarebbe sopraggiunto in cucina dall’esterno dove si trovava per innaffiare le piante e avrebbe assistito alla scena dell’assassino che fuggiva. Anche in questo caso, dalla abitazione dei Tizzoni non manca nulla, eccetto la collana che Gianna portava abitualmente al collo.

Gianna Maria Rita e Miranda sono tre donne sorprese nel cuore della loro casa e uccise con atroce violenza da qualcuno a cui avevano aperto la porta. Un dato che dimostra come i delitti più efferati vengono commessi nel cuore dell'intimità domestica e spesso nella sfera degli affetti e delle conoscenze delle vittime.

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