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Aurora, 18 anni, salva grazie a un “super defibrillatore” che porta il suo nome: l’intervento a Massa

Aurora, giovane lunigianese, è nata con una patologia che altera l’attività elettrica del cuore, col rischio di gravi aritmie. Per questo le è stato impiantato un defibrillatore che porta il suo nome.
A cura di Davide Falcioni
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"Aurora". Così è stato chiamato un innovativo defibrillatore impiantato per la prima volta in Toscana su una ragazza di 18 anni che, non a caso, porta lo stesso nome. È accaduto all'Ospedale del Cuore di Massa (Massa Carrara). Aurora, giovane lunigianese, è nata con una patologia che altera l'attività elettrica del cuore, col rischio di gravi aritmie.

Il 14 ottobre la ragazza, ancora minorenne, si era sottoposta ad uno studio elettrofisiologico per accertare eventuali anomalie elettriche del muscolo cardiaco e proprio durante l'esame si innescò un'aritmia e la giovane andò in arresto cardiaco. I medici, dopo aver praticato la rianimazione per oltre 40 minuti, decisero di impiantare l'Ecmo, la macchina cuore-polmoni.

Essa consentiva al cuore di tornare a battere in autonomia, ma era necessario comunque un ausilio, un defibrillatore che potesse intervenire con un impulso elettrico regolarizzando il battito in caso di altre aritmie. Serviva uno speciale dispositivo, mai impiantato prima in Toscana, un defibrillatore più piccolo rispetto agli altri e con un periodo di autonomia più lungo. Uno strumento innovativo il cui impianto richiede la stretta collaborazione tra l'elettrofisiologo e il cardiochirurgo.

L'intervento è riuscito perfettamente, il dispositivo ‘Aurora' permette al cuore del giovane di battere con regolarità. Tra pochi giorni la ragazza tornerà a scuola e organizzerà una grande festa con amici e parenti per il traguardo della maggiore età (il 18 ottobre) e la sua seconda vita. "In ospedale – racconta Aurora commossa – ho festeggiato i miei 18 anni e l'inizio di una nuova vita. Da oggi avrò due date da celebrare. Grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini e al team del reparto e della sala operatoria" .

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