Martina Rossi, scarcerati i due condannati: il resto della pena ai servizi sociali
Dopo la semilibertà, escono definitivamente dal carcere i due uomini condannati per la morte di Martina Rossi, la ventenne studentessa genovese che morì il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza di una camera d’albergo a Palma di Maiorca per sfuggire a una violenza sessuale mentre era in vacanza. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi hanno potuto accedere ai benefici di legge e finiranno di scontare la pena con l'affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha stabilito il tribunale di sorveglianza di Firenze, accogliendo le richieste dei legali dei due condannati.
I due erano stati condannati in via definitiva nell'ottobre del 2021 a 3 anni di carcere per tentata violenza sessuale di gruppo contro Martina Rossi. Già dopo un anno, però avevano beneficiato del regime di semilibertà cioè potevano andare fuori a lavorare durante il giorno e rientrare di sera a dormire nel carcere di Arezzo dove erano detenuti. Nell'ottobre di due anni fa infatti fu concesso loro di lavorare nelle aziende dei genitori per poi rientrare la sera nel carcere di Arezzo.
I loro legali però più volte hanno fatto istanza per mitigare la detenzione dopo che il beneficio gli era stato inizialmente negato. Con due diverse sentenze, arrivate nei mesi scorsi ma rese note in queste ore, il giudice di sorveglianza ha accolto la richiesta per entrambi anche se in tempi diversi. Il primo a uscire dal carcere è stato Luca Vanneschi per il quale il Tribunale ha riconosciuto questioni familiari. L'uomo è uscio già nell'estate scorsa. Poi è toccato ad Albertoni che il mese scorso ha ottenuto la scarcerazione e da qualche settimana è libero.
Entrambi i condannanti sono obbligati a svolgere attività di volontariato presso un'associazione di volontariato della loro zona e durante la notte hanno l'obbligo di non uscire dalla loro domicilio. La loro condanna terminerà all'inizio del 2025 ma con altri sconti di pena potrebbero cavarsela anche prima.
Una notizia che amareggia i genitori e familiari di Martina Rossi. "Questa non è giustizia" hanno dichiarato al Corriere Fiorentino i genitori della ragazza morta che stanno ancora affrontando, davanti al Tribunale civile di Arezzo, la causa per il risarcimento del danno. Una causa durante la quale i legali dei due condannati hanno chiesto un nuova perizia per stabilire la corresponsabilità nella caduta della stessa vittima. "Non hanno mai chiesto scusa, il minimo era che scontassero la pena in carcere, il giudice ha sbagliato a concedere l'affido perché è venuto a mancare, proprio per questo, il principio di resipiscenza necessaria in questi casi" hanno dichiarato i genitori della studentessa genovese, aggiungendo: "Così si dà solo il cattivo esempio ai giovani, loro non si sono mai pentiti".