Martina Patti passa la prima notte in cella: “In isolamento e sorvegliata, temiamo atti estremi”
Ha passato la notte in isolamento in una cella dell'istituto femminile di piazza Lanza a Catania. Martina Patti è stata controllata a vista per 24 ore nel suo primo giorno di carcere dopo aver confessato l'omicidio della figlioletta Elena Del Pozzo, di appena 5 anni.
Le forze dell'ordine temono che, lasciata da sola in carcere, possa commettere atti estremi. Il suo difensore, l'avvocato Gabriele Celesti, la incontrerà solo nelle prossime ore, prima dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip previsto per domani, venerdì 17 giugno.
Nella giornata di oggi invece sarà conferito l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpo della bimba. Secondo i primi rilievi, Elena Del Pozzo è stata uccisa con una serie di coltellate al collo e alla schiena. Per gli inquirenti, la bimba di 5 anni è stata colpita mentre guardava i cartoni animati seduta sul divano o, peggio, mentre abbracciava la mamma 24enne.
Ancora si indaga sul movente dell'omicidio. Patti non ha mai fornito una motivazione, ma gli inquirenti ritengono che abbia agito per una sorta di gelosia nei confronti della nuova compagna dell'ex fidanzato con la quale la bambina stava costruendo un buon rapporto.
"Ha agito come se non fosse lei – ha spiegato l'avvocato Celesti che la difenderà nel lungo iter giudiziario -. Come se avesse dovuto soccombere a una forza sovrannaturale alla quale non ha potuto resistere. Non c'è stato un pensiero che l'ha potuto frenare". Il legale ha riferito alla stampa di un "interrogatorio drammatico" in cui la 24enne ha mostrato di aver preso "consapevolezza del fatto".
La presunta premeditazione dell'omicidio
Nel frattempo iniziano ad emergere le testimonianze dei familiari e degli insegnanti della piccola Elena. Nessuno aveva colto segnali di disagio nell'aula della scuola materna di Tremestieri Etneo.
"Lunedì alle tredici – ricorda la preside Veronica Piazza – Martina è venuta a prendere la bimba e noi pensavamo di averla lasciata in mani sicure. Noi vedevamo una famiglia attenta e premurosa, non avremmo mai pensato a un epilogo del genere".
Ma secondo i carabinieri, invece, la 24enne si è recata all'asilo dopo aver scavato la buca nella quale occultare il corpo della sua bimba. Dopo l'omicidio, ha raccontato ai familiari dell'ex compagno il finto rapimento. Patti ha riferito la stessa versione anche alle forze dell'ordine, mostrando un'estrema freddezza durante tutto l'interrogatorio.
La donna si sarebbe sciolta in lacrime solo al momento della confessione. Gli inquirenti ritengono che vi sia stata premeditazione e in queste ore stanno lavorando per scongiurare l'esistenza di un eventuale complice.
Luogo del delitto ed eventuali complici
Nella giornata di oggi ci saranno i rilievi dei carabinieri del Sis all'interno dell'abitazione di Mascalucia.
Sono ancora diversi i punti da chiarire: secondo le autorità, gli accertamenti serviranno a individuare il luogo del delitto e l'eventuale responsabilità di un complice. Durante gli interrogatori degli altri familiari stretti, non sarebbero emerse anomalie.
I dubbi riguardano anche il movente, per ora fornito dalla procura dopo la prima fase di indagini. La gelosia provata nei confronti della nuova compagna, però, non sembra giustificare la premeditazione. L'avvocato Celesti ha fatto sapere di voler chiedere la perizia psichiatrica per la sua assistita.