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Martina, morsa alla gamba da un ragno violino: “Infezione curata per tempo, avrebbe potuto essere letale”

Una giovane parrucchiera veneziana ha raccontato sui social le conseguenze di un morso di un ragno violino: “Grazie a Dio ho preso l’infezione in tempo sennò sarebbe stato, in base a quello che mi hanno riferito i dottori, addirittura mortale”.
A cura di Davide Falcioni
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In un primo momento credeva che quel puntino rosso fosse il segno lasciato da una banale puntura di zanzara, ma quando i sintomi si sono gradualmente aggravati ha avuto la prontezza di recarsi da un medico specialista scoprendo che era stata morsa da un ragno violino. E che quel morso, fortunatamente senza serie conseguenze, avrebbe potuto avere effetti molto più seri se non fosse stato curato tempestivamente.

Protagonista della disavventura Martina Berti, una giovane donna della provincia di Venezia che ha raccontato su Facebook di essere stata morsa nel bagno di casa sua: "Grazie a Dio ho preso l’infezione in tempo sennò sarebbe stato, in base a quello che mi hanno riferito i dottori, addirittura mortale. Si trovano ovunque non solo all’aperto. Abbiate tutti un’ occhio di riguardo soprattutto chi, come me, ha bambini piccoli, perché oltre a essere pericoloso è anche molto molto molto doloroso. Se venite punti e non ve ne accorgete appena vedete una zona rossa che comincia a presentarsi come una puntura di zanzara e inizia a gonfiarsi, scurirsi e sentite un forte formicolio andate immediatamente all’ospedale senza perdere tempo. E dopo esser stati punti solitamente i sintomi si presentano dopo le 48/72 ore". Stando a quanto riferisce la donna l'infezione scaturita dal morso del ragno avrebbe potuto provocare una necrosi alla sua gamba e persino una cancrena.

A sperimentare le conseguenze più gravi del morso del ragno violino è stato nei giorni scorsi un ragazzo di 23 anni, Giuseppe Russo, morto nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari per le complicazioni dovute al morso dell'aracnide alla gamba destra lo scorso 13 luglio a Collepasso, in provincia di Lecce, mentre faceva pulizie in campagna per conto della ditta per cui lavorava.

Il giovane in un primo momento credeva si trattasse della puntura di una zanzara ma poi il pomfo è diventato sempre più grande e il 23enne ha cominciato ad accusare forti dolori. Sulla gamba si è formato un ascesso che ha mandato in necrosi l'arto. È morto per shock settico e insufficienza multiorgano.  Il giovane, dato il peggioramento delle sue condizioni, era andato in ospedale ed era stato ricoverato prima a Tricase e poi a Lecce. La situazione però è peggiorata e dopo il trasferimento al Policlinico di Bari dove, all'alba, Giuseppe è morto.

La morte di Russo, sebbene riconducibile a un morso di ragno violino, non è direttamente attribuibile al suo veleno (che non è mortale in sé) ma a complicanze che sono sopravvenute nei giorni e nelle settimane seguenti. Come spiegato anche dal Centro Antiveleni del Policlinico Gemelli, infatti, il decesso del 23enne è stato provocati da uno shock settico con ascesso e da una grave infezione, non direttamente dal veleno dell'aracnide. Questo caso, come altri in precedenza, ha sollevato un infondato allarmismo contribuendo a diffondere il mito di un pericolo letale associato a questo ragno molto diffuso in Italia.

Attenzione: l'invito a non scatenare una paura infondata non significa che il morso del ragno violino possa essere sottovalutato, magari perché scambiato per una puntura di zanzara (come pare abbia fatto il ragazzo 23enne). In tal caso, infatti, può accadere che il morso porti a infezioni. Questo perché il ragno potrebbe trasferire, oltre al veleno, anche batteri anaerobi, i quali a loro volta possono appunto infettare la zona della ferita con possibili complicanze anche gravi.

In caso di morso, quindi, è importante lavare bene la ferita con acqua e sapone e disinfettare la zona così da ridurre al minimo i rischi di infezione. Non è necessario recarsi all'ospedale o al pronto soccorso, ma è bene monitorare il morso e se necessario contattare il Centro Antiveleni e il proprio medico di base.

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