Marò, comincia l’arbitrato internazionale: sarà braccio di ferro Italia – India

Comincerà domani il processo internazionale sulla vicenda che vede coinvolti i due fucilieri della marina militare italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L’Itlos, il Tribunale internazionale con sede ad Amburgo, dovrà esprimersi sulle richieste formulate dall’Italia: ovvero che l'India "si astenga dal prendere o eseguire ogni misura giudiziaria o amministrativa contro i due marò" e che siano rimosse immediatamente "le restrizioni sulla libertà, sicurezza o movimento dei Fucilieri in modo da permettere al sergente Girone di viaggiare e rimanere in Italia e al sergente Latorre di rimanere in Italia fino al termine del procedimento di arbitrato internazionale”.

Come noto, l’India intende opporsi a tali richieste, ribadendo di avere in via esclusiva “la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo”, senza che vi siano “circostanze stringenti tali da richiedere qualsiasi adozione di misure provvisorie”, per citare le parole del procuratore generale aggiunto Narshima.

Una linea fortemente avversata dalla diplomazia italiana, con l’agente del Governo italiano nel processo, l’ambasciatore Azzarello, che ha ricordato come l’India abbia manifestato “particolare aggressività”. Pur ribadendo che l’Italia e l’India “sono Paesi tradizionalmente amici”, l’ambasciatore ha infatti notato come “la complessità della controversia ha determinato l’impossibilità di arrivare ad una soluzione concordata”, dunque “la mancata intesa ha costretto il governo ad attivare una procedura arbitrale internazionale”. Quindi, sarà battaglia giudiziaria, con l’Italia che si augura “che il confronto giuridico si mantenga nei binari della correttezza e della verità”.