Marmolada, CAI: “Non siamo imprudenti, per noi è come andare al mare. È stata una tragica fatalità”
Si è trattato di un "tragico incidente", di un evento che non poteva essere controllato dall'essere umano. Ne è convinto il Club Alpino Italiano (CAI) della sezione di Malo, in provincia di Vicenza, che in queste ore sta vivendo momenti di angoscia legati al crollo dei ghiacciai sulla vetta della Marmolada. La valanga ha travolto almeno 30 alpinisti, di cui più di 10 risultano ancora dispersi.
Tra queste anche gli escursionisti di Malo Paolo Dani, Davide Miotti, la sua compagna Erica Campagnaro e Filippo Bari. Bari è tra le vittime: i corpi recuperati sono stati collocati presso la camera ardente allestita nello stadio del ghiaccio di Canazei.
"Sta passando un messaggio sbagliato – ha spiegato a Fanpage.it il portavoce della sezione del Club Alpino – e cioè che i nostri alpinisti fossero inesperti o che il loro sia stato un gesto avventato. Non è così e non è giusto giudicarli. Mi sembra purtroppo che siano stati vittime di un destino assolutamente crudele e per me inspiegabile. Un alpinista mette in conto che possa verificarsi una valanga o che possa accadere un incidente durante un'escursione. Siamo addolorati e non c'è molto altro che io possa dire per spiegare questa disgrazia".
Le vittime erano già state sulla Marmolada: l'itinerario è considerato quasi un rito di passaggio per i membri del Club Alpino. Gli escursionisti avevano percorso più di una volta quel sentiero. "Tutti siamo stati sulla Marmolada, siamo preparatissimi. Per noi è come andare al mare a Rimini d'estate. I nostri amici non sono stati imprudenti, conoscevano bene la zona. È stata una tragica fatalità, al pari di un terremoto che si verifica all'improvviso e rade al suolo le abitazioni".