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Marito colpito all’inguine e il figlio di 2 anni da solo in strada: cosa sappiamo dell’omicidio a Pachino

La 30enne arrestata ha colpito il marito con un cacciavite all’inguine uccidendolo. L’allarme è partito quando qualcuno ha notato il figlioletto di 2 anni della coppia da solo in strada. Secondo vicini e conoscenti, nell’ultimo periodo i litigi erano diventati molto frequenti in casa.
A cura di Antonio Palma
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Una furibonda lite in casa, l'ennesima tra la coppia di coniugi, avrebbe portato all'omicidio del 30enne originario del Mali ucciso ieri dalla moglie sua coetanea in casa a Pachino in provincia di Siracusa. È questa la prima ricostruzione di quanto accaduto nella tarda mattinata di ieri, lunedì 30 dicembre. L'uomo è stato colpito all'inguine dalla donna a colpi di cacciavite ed è morto poi in ospedale dissanguato.

L'allarme infatti è partito solo quando qualcuno ha notato il figlioletto di 2 anni della coppia da solo in strada e ha fatto partire una segnalazione alla sala operativa del Comando di Polizia Municipale di Pachino. Quando i due agenti sono arrivati sul posto, il bimbo era stato raggiunto già dallo zio materno e si è scoperto quanto accaduto in casa. Mentre gli agenti locali mettevano in sicurezza il piccolo presso l’abitazione di una vicina di casa poco distante, sul posto è giunto anche il personale del 118 e la polizia di stato.

In casa l'uomo era riverso a terra sanguinante col cacciavite conficcato nell'inguine ed è stato immediatamente trasportato con un'ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Avola dove però purtroppo, nonostante l'intervento dei medici, è morto poco dopo per l'emorragia causata dalla ferita.

Arrestata la moglie, anche lei originaria del Mali ma da tempo residente nel centro agricolo siracusano, che deve rispondere ora di omicidio. Secondo una prima ricostruzione della polizia di Siracusa, il movente del delitto famigliare sarebbe da ricondurre ad una lite legata all'affidamento del figlioletto della coppia. La donna pare che temesse per il bimbo a causa del comportamento dell'uomo e del suo abuso di alcol e aveva annunciato l'intenzione di rivolgersi ai servizi sociali.

Secondo vicini e conoscenti, nell'ultimo periodo i litigi erano diventati molto frequenti in casa. La coppia pare avesse litigato furiosamente anche il giorno precedente all'omicidio. Per questo nei giorni scorsi, in occasione delle vacanze di Natale, in città era arrivato anche il fratello di lei dal nord Italia dove vive. Proprio quest'ultimo avrebbe consigliato alla 30enne di parlare con i servizi sociali del Comune per avere una mano.

Proprio l’Ufficio Servizi Sociali, dopo la tragedia, ha preso in carico ora il piccolo avviando la procedura di routine con la comunicazione e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto il trasferimento del bambino presso una struttura di assistenza per minori.

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