Marisa, la ragazza gambizzata dal fratello perché non ubbidiva e portava la minigonna
Dissidi famigliari che andavano avanti da molto tempo. Sarebbe questa la ragione che ha portato Demetrio Putortì, 25 anni, a sparare alla sorella Marisa, di 21 anni. Gelosia, desiderio di controllo, possessività, ossessione. I motivi che hanno portato il venticinquenne calabrese a ferire la sorellina minore sembrano simili a quelli che di solito portano a litigare due fidanzatini che non si fidano l'uno dell'altro. Marisa, dalla stanza dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia dov'è ricoverata da pochi giorni, racconta al cronista del Corriere della Sera che l'ha intervistata: "Mio fratello sembrava un diavolo. Mi ha puntato addosso il fucile e ha sparato. Sono caduta e ho chiuso gli occhi per il dolore".
Una furia scaturita, secondo quanto dichiarato dalla ragazza, dal desiderio di controllo che il fratello voleva esercitare su di lei, un desiderio che se fino a qualche anno fa era rimasto pressoché sopito grazie alla presenza del padre Carmelo, dal giorno della sua morte ha portato Demetrio a esasperare sempre di più quello che credeva fosse diventato il proprio compito di fratello maggiore: sostituirsi alla figura paterna da poco mancata e punire la sorellina per farle capire che certi atteggiamenti erano sbagliati, che certe persone non andavano frequentate e che certi capi d'abbigliamento – come la minigonna – sarebbe stato meglio evitare di metterli. "Era ormai da anni che non andavamo d’accordo. Neanche ci salutavamo più. A lui dava fastidio ogni cosa che facevo… Se mi truccavo o andavo in giro con la minigonna, se fumavo o mi fermavo in paese a parlare con uomini più grandi. Chissà cosa gli raccontavano di me i suoi amici", ha raccontato Marisa. I proiettili esplosi da Demetrio le hanno bucato la gamba e spezzato il femore destro. Degenza e riabilitazione probabilmente dureranno parecchie settimane, la ragazza non potrà tornare a lavoro prima di qualche mese, secondo i medici.
Non solo gelosia nei confronti della sorella, anche dello storico fidanzato Massimo D'Ambrosi, 24 anni, padre del figlio di cinque anni di Marisa, che non è mai piaciuto a Demetrio, tanto che in un primo momento si pensava che il ragazzo avesse sparato alla sorella perché da troppo tempo si rifiutava di lasciare il compagno, così come preteso più volte. Ma a quanto pare, l'ossessivo desiderio di controllo che Demetrio aveva nei confronti della sorella era decisamente più profondo e più pervasivo di ciò che ingenuamente avrebbe potuto immaginare chi li avesse visti discutere e litigare. Demetrio cercava di obbligare la sorella a vivere seguendo determinate regole da lui imposte, ma la sorella si rifiutava di dargli retta e questa sembra essere stata la miccia che ha portato il venticinquenne a commettere quello che per poco non si è tramutato in un omicidio, una sorta di riedizione in chiave moderna dell'antico e famigerato "delitto d'onore".
In un primo momento, quando è stata interrogata dal comandante della compagnia di Tropea Francesco Manzone, Marisa non ha fatto il nome del fratello Demetrio, quasi come volesse proteggerlo. In realtà, la ragazza ha successivamente spiegato che non ha subito raccontato tutti i dettagli perché pensava che i carabinieri capissero da soli chi era stato a gambizzarla. "Non l’ho fatto per proteggere mio fratello. Lui è uno schizofrenico. Non lo odio però, provo solo indifferenza". Indifferenza, solamente indifferenza, anche se comunque ora l'unica cosa che Marisa vuole è che il fratello paghi per ciò che ha fatto e spera un giorno di potersene andare da Nicotera, il paesino natale della famiglia Putortì. "Non ho vissuto l’adolescenza perché il destino e l’amore hanno voluto che diventassi improvvisamente grande. Non ho finito gli studi tecnici, e mi sono pentita. Ora però che grande sono diventata veramente, voglio vivere come vivono le mie coetanee. Lavorare, andare a ballare, avere un sacco di amici, ma anche uscire con il mio Carmelo ed essere fiera di lui. Tutto questo volevo fare. Voglio farlo, senza essere controllata".
Attualmente le indagini su Demetrio Putortì proseguono e i militari dell'Arma stanno cercando di capire chi possa aver fornito il fucile con cui il ragazzo ha sparato alla sorella, fucile di cui si è subito disfatto e che ancora oggi risulta non essere stato trovato. I carabinieri stanno inoltre indagando sui rapporti tra Demetrio e la criminalità locale calabrese, seguendo una pista emersa dalle prime ricostruzioni.