video suggerito
video suggerito

Mario Cipollini accusato di calunnia, chiesti 2 anni per l’ex campione: “Accusò il mentore di estorsione”

La battaglia legale tra il campione di ciclismo e il suo mentore Ivano Fanini va avanti da decenni, da quando per un contratto non onorato si finì in Tribunale con la rottura dei rapporti. Per la Procura Cipollini avrebbe accusato il suo ex mentore di un’estorsione che non sarebbe mai avvenuta.
A cura di Antonio Palma
46 CONDIVISIONI
Immagine

La Procura di Verona ha chiesto due anni di reclusione per calunnia nei confronti di Mario Cipollini, l'ex campione di ciclismo imputato per aver accusato il suo ex mentore di un'estorsione che non sarebbe mai avvenuta. I fatti oggetto del processo si trascinano da anni tra accuse e denunce reciproche tra il Re Lone del ciclismo e Ivano Fanini, suo scopritore e mentore nonché presidente dell'Amore e Vita, squadra in cui correva Mario.

La querelle tra i due era iniziata quando per un contratto non onorato si finì in Tribunale con la rottura dei rapporti. Una sentenza del tribunale civile nel 2009 diede ragione a Fanini stabilendo che Cipollini doveva versagli 60 milioni di vecchie lire, poco più di 36mila euro per il mancato adempimento degli accordi.

Il denaro però non sarebbe mai arrivato e Fanini avrebbe chiesto più volte e insistentemente al ciclista di saldare il debito. Insistenze che secondo Cipollini erano andate oltre tanto da arrivare a denunciare una presunta tentata estorsione nel 2017. “Convinsi un imprenditore a sponsorizzare la squadra di Fanini per 3 anni, 100mila euro l’anno. Quando non venne rinnovato l’accordo scoppiò la bomba, ma non dipendeva da me e allora disse che avrebbe tirato fuori la storia del doping” aveva spiegato il ciclista alla fine dello scorso anno.

“Io avevo chiesto solo il mio denaro ma mi ha accusato di avergli telefonato minacciando che avrei rivelato le vicende di doping” ha sostenuto invece Fanini. Il giudice gli diede ragione archiviando l’accusa di tentata estorsione nel 2019. La conseguenza fu una controdenuncia per calunnia proprio per quelle accuse gravi che il ciclista gli aveva rivolto.

Secondo la Procura, nella denuncia del ciclista ci sarebbero state numerose omissioni, soprattutto il mancato inserimento della sentenza del giudice civile che lo condannava al pagamento. "Leggendo la querela di Cipollini sembra che Fanini avesse preteso somme di denaro con motivazioni campate per aria" ha sostenuto il pm, chiedendo due anni.

La difesa di Cipollini invece chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste sostenendo che nella denuncia erano stati elencati solo fatti e nessuna volontà del ciclista di incolpare Fanini di tentata estorsione.

46 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views