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Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali, il clan Mancuso voleva i suoi terreni

Maria Chindamo sarebbe stata uccisa per interessi economici del clan Mancuso sui suoi terreni. Questa sarebbe una delle novità emerse dall’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro. Secondo quanto reso noto dalle carte delle indagini, la donna sarebbe stata rapita e uccisa nel 2016 perché non voleva cedere i suoi terreni al clan Mancuso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Maria Chindamo sarebbe morta a causa di uno "specifico interesse del clan Mancuso all'acquisizione dei suoi terreni". Il delitto sarebbe quindi stato premeditato per interessi economici, così come il rapimento di Chindamo, avvenuto il 6 maggio del 2016 nei pressi della sua tenuta agricola a Limbadi.

Questo è quanto emerge dall'ultima inchiesta della Dda di Catanzaro denominata "Maestrale Carthago", scattata il 10 marzo scorso nei confronti dei clan del Vibonese. Sono due le novità che emergono dall'inchiesta: la prima, il fatto che l'interesse economico dei Mancuso fosse la base sulla quale è maturato l'omicidio e la seconda, il fatto che Ferdinando Punturiero, marito della vittima morto suicida nel maggio del 2015, aveva segnalato già un anno prima del rapimento che un vicino di terreno, Salvatore Ascone, aveva chiesto l'utilizzo di una stradina interpoderale che passava sui terreni di Chindamo-Punturiero.

Secondo quanto si evince dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia(in particolare da quelle di Andrea Mantella), i Mancuso avrebbero palesato l'interesse per i terreni della donna e chiesto ad Ascone di coltivare i poderi qualora il clan fosse riuscito ad acquisirli.

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La posizione di Salvatore Ascone.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno inoltre chiarito ulteriormente la posizione di Salvatore Ascone, l'uomo segnalato da Punturiero un anno prima del rapimento. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, Ascone sarebbe stato l'uomo incaricato dal clan di "gestire" i terreni qualora fossero stati acquisiti dalla famiglia Mancuso. Elementi riscontrabili, secondo la Procura distrettuale di Catanzaro, studiando le annotazioni di polizia giudiziaria del 2015 riguardo la richiesta di utilizzo di una stradina interpoderale che passava attraverso i terreni di Chindamo e quelli della famiglia Crea, già oggetto di interesse da parte del 57enne di Limbadi tratto in arresto su richiesta Procura di Vibo Valentia e poi scagionato dal Riesame.

Gli elementi che collegherebbero Ascone alla scomparsa di Chindamo emergerebbero anche da alcune intercettazioni del marzo 2019. L'uomo, insieme al figlio Rocco, parlerebbe dello spostamento di una pistola da "portare immediatamente" a una terza persona. Nelle intercettazioni, Ascone si direbbe spaventato da imminenti perquisizioni che potrebbero coinvolgerlo sia in relazione al caso Chindamo sia in relazione al processo Perseo relativo a un clan di Lamezia Terme.

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Il clan Mancuso

In questo contesto, secondo l'inchiesta, sarebbe determinante anche la figura di Diego Mancuso, 69enne arrestato nell'operazione Olimpo e ritenuto da sempre uno dei boss dell'omonimo casato di ‘ndrangheta di Limbadi. Per gli investigatori, Mancuso, proprio in località Montalto, deteneva numerosi appezzamenti di terreno gestiti poi in maniera abusiva dalla nipote Rosina Di Grillo, in carcere perché condannata in primo grado quale mandante dell'attentato di Limbadi costata la vita a un biologo, Matteo Vinci. 

Negli interrogatori del collaboratore di giustizia di Vibo Valentia Andrea Mantella, emerge l'interesse di Diego Mancuso per i terreni di Maria Chindamo. Secondo il pentito, Mancuso gli avrebbe parlato più volte di "un'imprenditrice che aveva una piantagione di Kiwi" e del fatto che Pantaleone Mancuso, boss parte dello stesso clan, "si stava accaparrando i suoi terreni" e che una volta fuori dal carcere avrebbe "dovuto sistemare la situazione". Nel febbraio del 2020, durante un secondo interrogatorio, Mantella avrebbe affermato che i Mancuso volevano incaricare Ascone della coltivazione del fondo di Chindamo perché "del mestiere", ossia dedito all'agricoltura".

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