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Marcon, i funerali di Alex Marangon con fumogeni e musica: “Vogliamo la verità sulla sua morte”

Una bara colorata per l’ultimo saluto al 25enne deceduto in circostanze misteriose si è tenuto oggi 13 luglio nella sua Marcon, in provincia di Venezia. Ieri la sfilata per chiedere la verità. La Procura di Trevis indaga per omicidio.
A cura di Biagio Chiariello
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Il funerale di Alex Marangon si è svolto stamattina, sabato 13 luglio, nella chiesa dei Santi Patroni di Marcon (Venezia), il 25enne veneto trovato senza vita su un isolotto nel fiume Piave dopo essere scomparso da un rito sciamanico a cui stava partecipando nell’abbazia sconsacrata di Sana Bona, vicino a Vidor. Il suo corpo è stato ritrovato il 2 Luglio.

Per l'ultimo saluto, oltre ai genitori e la sorella stretti in un abbraccio, erano presenti tante persone, soprattutto ragazzi. Per Alex è stata scelta una bara chiara, su cui sono stati posati disegni colorati. Il feretro è arrivato pochi minuti prima delle 10. Per l'occasione la città di Marcon ha proclamato il lutto cittadino.

Prima è partita una compilation di musica amata da Alex poi, poi è stato fatto riecheggiare l'Handpan, lo strumento a percussione che Alex amava. Il rito è stato introdotto dalle letture e ricordi: “Alex era un’esplosione immensa di gioia, l’immagine della positività e della vita”. Gli amici hanno acceso fumogeni colorati e lanciato in aria terra indiana colorata secondo i riti orientali.

Alla cerimonia anche il legale della famiglia, Stefano Tigani. Sulle colonne della chiesa, sono state esibiti diverse foto dei viaggi di Alex con una scritta: "Portatele via e tenetele con voi per ricordare il nostro amico". Uno striscione giallo e blu, invece, chiede "verità per Alex". Una richiesta che ha animato le 250 persone che ieri hanno sfilato lungo le vie di Marcon per ricordare il giovane morto in circostanze misteriose. In testa al corteo c'erano i genitori, Sabrina e Luca: "Questa sera oltre che tanto affetto e dolci parole ci avete donato tantissima energia e forza".

Intanto si rafforza sempre più l’ipotesi dell’omicidio volontario da parte della Procura di Treviso. L’autopsia ha fatto escludere agli inquirenti la possibilità che il barman sia morto per una caduta accidentale o per un tuffo nel fiume. Dalla sua borsa peraltro mancherebbe la cifra di 500 euro.

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