Marco Bucci e la sua mano robot: “Sono bionico, come sognano i bambini”
Un guscio in silicone per evitare gli urti, una protesi lavorativa per permettergli di usare il coltello e poi una protesi estetica. Dopo l'incidente di 3 anni fa Marco Bucci ha seguito una lunga riabilitazione sia fisioterapica che psicologica. "Non mi piacciono molto queste cose, il danno c'è e si vede – racconta Marco Bucci – e se questa cosa dà fastidio a qualcuno o fa senso posso capirlo, ma non è un problema mio"
Il dolore alle dita fantasma
Come ogni fatto che ti scuote profondamente, Marco rientra in macelleria e si abitua a fare tutto con la sua mano sinistra. L'intervento all'ospedale Maria Vittoria infatti gli consente di recuperare almeno il pollice, rimasto squartato in due dal tritacarne, ma non le altre 4 dita, danneggiate oltre ogni possibile recupero.
Dopo 8 lunghi e dolorosi mesi di riabilitazione e fisioterapia, Marco torna operativo nella piccola macelleria a conduzione familiare di Piverone, vicino ad Ivrea, ma qualcosa in lui è cambiato profondamente, così decide di fare il salto e aprire la sua azienda. Oggi commercializza merchandising sportivo, tute e magliette per le squadre di calcio.
"La cosa più dura è il dolore alle dita che non ci sono più – spiega Marco – perché il cervello è abituato ad avere le dita e continua ad inviare segnali di dolore. A volte sento bruciori, pizzicori, freddo, fastidio. Si chiama il dolore dell'arto fantasma, così le mie dita fantasma mi fanno ancora male"
La mano robot da 40mila euro
Poi la scoperta che a Torino il Dottor Roberto Ariagno dell'Officina Ortopedica Maria Adelaide era in grado di fornirgli una protesi mioelettrica, ovvero un oggetto in grado di rispondere agli impulsi muscolari di quello che restava il suo mignolo. "Ho scoperto che attraverso l'Inail potevo accedere a questo tipo di protesi molto avanzata, che mi avrebbe consentito di muovere 4 dita bioniche attraverso gli impulsi muscolari del mignolo". Un oggetto tecnologico avanzatissimo, che costa 40mila euro. Per Marco è stato possibile accedervi grazie all'Inail, con il quale l'Officina Ortopedica Maria Adelaide è convenzionata.
Rinnovarsi e cambiare vita
Questo incidente non è stato una tragedia, ma un modo per rinnovarsi e per andare avanti. Marco ha cambiato lavoro, ha cambiato vita e ha anche trovato l'amore. "La ragazza con cui avevo iniziato a frequentarmi poco prima dell'incidente mi è stata molto vicina – racconta Marco Bucci – e il nostro rapporto è cresciuto, adesso conviviamo".