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Mara Favro scomparsa da 4 mesi a Chiomonte, indagati l’ex datore di lavoro Luca e il pizzaiolo Cosimo

Sono stati iscritti al registro degli indagati l’ex pizzaiolo della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte, Cosimo, e il datore di lavoro di Mara Favro Luca nell’ambito dell’inchiesta per omicidio relativa alla scomparsa della donna di 51 anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sarebbero stati iscritti al registro degli indagati l'ex datore di lavoro di Mara Favro, Luca, e il pizzaiolo Cosimo. La nuova posizione per i due lavoratori della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte arriva 4 mesi dopo la scomparsa della 51enne che da pochissimo tempo lavorava nel locale come cameriera. Della donna non si hanno più notizie dall'8 marzo, anche se la sua scomparsa risalirebbe alla notte tra il 7 e l'8. L'ultimo ad aver parlato con la donna sarebbe stato il datore di lavoro, Luca.

Il caso è ancora avvolto nel mistero e la ricostruzione degli spostamenti di Mara, così come quella dei messaggi presumibilmente inviati dalla donna la notte da scomparsa, appare più che mai complicata. Al centro del giallo vi sono le versioni contrastanti fornite da Luca e Cosimo e una foto scattata al buio nella notte tra il 7 e l'8 marzo. Ancora oggi non è chiaro chi abbia realizzato lo scatto, anche se inizialmente gli inquirenti avevano pensato che si trattasse di una foto di bassa qualità inviata in chat a un amico e a sua figlia.

La foto inviata dal telefono di Mara all'amico e alla figlia

Intorno alla natura e al mittente dello scatto ci sono molti dubbi: chi indaga ritiene infatti che la foto possa essere stata mandata da qualcun altro o che possa essere stata l'istantanea di un momento di terrore, forse un tentativo di chiedere aiuto. Il primo a sostenerlo è l'ex compagno della 51enne scomparsa: secondo lui, il selfie non sarebbe opera della donna e dietro quegli strani messaggi inviati tra le 3 e le 6 del mattino, potrebbe esserci un tentativo di depistaggio di qualcuno che può averle fatto del male.

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Il fascicolo per omicidio aperto sul caso di Mara Favro

Sulla scomparsa della donna è stato aperto un fascicolo per omicidio dopo le l'esposto del fratello Fabrizio. Nella notte tra il 7 e l'8 marzo, dopo il turno di lavoro nella pizzeria di Chiomonte, Mara Favro avrebbe detto di dover tornare a casa intorno alle 2 e mezza di notte. Poco dopo però sarebbe tornata in pizzeria asserendo di aver dimenticato le chiavi di casa. Secondo il datore di lavoro, la donna avrebbe fatto ritorno nel locale facendo l'autostop e poi si sarebbe nuovamente allontanata a piedi verso Susa, percorrendo circa 10 chilometri. Secondo Luca, gestore della pizzeria Don Ciccio, la 51enne avrebbe dovuto percorrere a piedi la strada da Chiomonte a Susa perché lui era impossibilitato ad accompagnarla. Nelle sue testimonianze, però, avrebbe anche detto che a riportarla a casa in auto sarebbe stato proprio il pizzaiolo Cosimo.

L'uomo, ascoltato dagli inquirenti, aveva respinto questa versione dei fatti spiegando di non avere la patente e di essere stato lui stesso a chiedere un passaggio a Mara che, stando alla sua versione dei fatti, aveva in realtà l'auto e si era recata al lavoro con la sua macchina. Secondo i suoi racconti, la donna lo avrebbe lasciato al semaforo di Susa perché avrebbe dovuto incontrare una persona.

Dall'8 marzo però non si sono più avute notizie della 51enne che però alle 5.47 del mattino aveva scritto al fratello un messaggio in cui riferiva che fosse "tutto ok" e inviato altri sms a un amico e alla figlia.

Mara Favro
Mara Favro

La denuncia dell'ex dipendente della pizzeria

A spingere il fratello a presentare denuncia è stata la testimonianza di una ex dipendente della pizzeria dove lavorava da poco Mara che aveva raccontato alle forze dell'ordine di un'animata discussione con l'ex datore di lavoro della donna scomparsa. Secondo quanto da lei raccontato nella denuncia, l'uomo l'avrebbe prima percossa per una questione legata al pagamento dello stipendio e poi intimorita chiedendole se "volesse fare la fine di Mara".

L'ex dipendente ha ritirato la denuncia poco dopo, spiegando però  alla trasmissione "Chi l'ha visto?" di essere stata trattata male e di aver avuto problemi per aver cercato di tutelare i propri diritti sul lavoro. A questa denuncia, poi ritrattata, si somma secondo gli inquirenti anche quanto dichiarato dal pizzaiolo del locale (anche lui iscritto al registro degli indagati) alla trasmissione di Rai 3.

“L’unica persona che l’ha vista è stato lui, è inutile che continua a dire le solite cose perché ha il vizio di accusare gli altri per uscire fuori dalle situazioni scomode. Alla fine è sempre stato molto aggressivo". L'uomo ha respinto le accuse del pizzaiolo, sostenendo che si tratti di bugie. In uno dei messaggi mandati la notte della scomparsa da Favro all'amico con il quale avrebbe dovuto incontrarsi, si legge proprio che la 51enne aveva intenzione di lasciare la pizzeria per motivi che collimano con la denuncia degli ex colleghi. "Mi trattano come una pezza da piedi".

L'avvocato della famiglia: "Non è allontanamento volontario"

L'avvocato Roberto Saraniti, legale della famiglia della 51enne, ha fatto sapere di apprendere "con favore e interesse l'esistenza del nuovo sviluppo del procedimento". "Non puntiamo il dito contro nessuno – ha spiegato -, ma è positivo che la nostra ipotesi iniziale stia finalmente prendendo piede e che si stia rivelando quella da seguire: non si è trattato di una scomparsa volontaria, lo abbiamo sempre detto".

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