Mara Favro gettata nel fosso e caduta per 100 metri: l’ipotesi da confermare con esami irripetibili sui resti

Mara Favro sarebbe stata gettata in un fosso dopo la sua morte, scivolando per circa 100 metri nel dirupo nei boschi di Gravere, in Val Susa, dove sono stati rinvenuti i suoi resti, non lontano da dove la 51enne era scomparsa nella notte tra il 7 e l'8 marzo 2024. È questa l’ipotesi principale che dovrà essere accertata da un medico legale e da un antropologo a cui la Procura di Torino conferirà l'incarico per l’esame post mortem sui resti della donna.
L’esame dovrà accertare infatti se la morte sia avvenuta prima della caduta, come fanno ipotizzare i primi elementi raccolti dagli investigatori, o successivamente a seguito della stessa caduta nel dirupo vicino al fiume, dove sono stati rinvenuti anche gli occhiali e alcuni brandelli di indumenti della 51enne. I primi esami già effettuati sulle ossa, insieme al test del dna che ha accertato la morte della donna, hanno evidenziato segni di fratture multiple, successive al decesso ma ora l’esame dei periti dovrà stabilire se vi siano anche ferite antecedenti.
Attraverso particolari strumenti di precisione, medico legale e antropologo cercheranno eventuali segni lasciati da uno strumento da taglio come un coltello o da morsi di animali come topi o volpi che possano datare meglio il decesso. Come ipotesi investigativa la procura continua a procedere per omicidio ma nell'avviso notificato agli indagati e ai familiari di Mara Favro per ora si parla solo di "accertare le cause della morte".
I resti rinvenuti nel bosco vicino al fiume Dora Riparia il 27 febbraio e recuperati dai vigili del fuoco avrebbero permesso di formare uno scheletro quasi completo, insieme ad alcuni indumenti e a un paio di occhiali. Su alcune di queste ossa sono state rilevate appunto fratture compatibili con la caduta e lo scivolamento, verosimilmente post mortem.
Gli accertamenti irripetibili sui resti del cadavere di Mara Favro sono in programma la prossima settimana dopo il conferimento dell’incarico da parte del pm che avverrà il 12 marzo. Sia i familiari che gli indagati potranno nominare dei periti di parte per partecipare agli esami. Al momento restano due gli indagati, il titolare della pizzeria dove Mara lavorava, Vincenzo Milione, e l'ex pizzaiolo Cosimo Esposito che hanno sempre respinto ogni accusa.
Sono stati loro a vedere per ultimi Mara Favro prima della scomparsa. Lei aveva terminato il turno di lavoro e avrebbe accettato un passaggio dal pizzaiolo per tornare a casa ma poi sarebbe tornata indietro per recuperare le chiavi andando via da sola lungo la strada. In quelle ore dal suo cellulare sono partiti diversi messaggi e link video ad amici e parenti che però si sospetta non siano stati inviati dalla vittima.