La classifica delle interviste peggiori che ho realizzato ieri a Roma, in piazza Bocca della Verità (un nome, un ossimoro) è difficile da fare, perché quando si parla di questioni antiscientifiche, che siano "le antenne 5G che propagano il Covid-19", o che siano "i resti dei feti abortiti inseriti nei vaccini", o il mantra "dell'inesistenza del virus Covid-19", la pelle mi s'increspa e rabbrividisce in ogni caso.
Una storia, però, raccontata dal palco e applaudita, mi è rimasta bene in testa e mi ha fatto rabbrividire probabilmente più di altre: un padre che portando la figlia all'ospedale, con febbre alta, e riferendosi al medico che le voleva fare il tampone – come ovvia prassi, in questo periodo – ha detto "cosa volete infilarle nel nasino, non ci provate nemmeno, io lo uccido un medico che prova a fare questo a mia figlia", e le persone dal pubblico che applaudivano, applaudivo moltissimo, tutte. A due ragazzi abbastanza cresciuti accanto a me in quel momento, l'ho chiesto: "Perché applaudite? Vi rendete conto di quello che ha detto?" e loro mi hanno risposto: "Sì". Questa storia, insieme a tante altre, entrerà nel video che sto realizzando per Fanpage.it. A conferma del torto non solo nell'idea di uccidere un medico che sta cercando di salvare un bambino, ma anche dell'impostazione generale della manifestazione, basata sull'idea della "dittatura sanitaria", sottolineo una voce che dal palco ha interrotto uno dei comizi per cercare "un medico presente, o anche più di uno, perché una persona si è sentita male". Trovato il medico, poi, hanno ricominciato ad applaudire chi nega la medicina, chi nega la scienza e anche chi "vorrebbe uccidere un medico che fa un tampone".