Manifestazione contro la crisi climatica, 30 denunce e 5 fogli di via: “Giustizia politica”
Poco dopo l'alba di lunedì, dopo aver appoggiato al muro una scala lunga 10 metri, due attiviste di Extinction Rebellion sono salite fino al balcone del Palazzo della Regione Piemonte che affaccia su piazza Castello, hanno scavalcato la ringhiera e hanno appeso un grande striscione rosso con scritto "Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l'inizio". Le due attiviste si sono poi incatenate alla ringhiera con uno U-Lock, una catena da bicicletta, e hanno atteso l'arrivo delle forze dell'ordine.
"Sono qui perché la giunta regionale in questi anni ha ripetutamente denigrato la comunità scientifica e i suoi cittadini” spiega Delfina, incatenata al balcone. “Questa siccità è un effetto della crisi climatica ed ecologica, causata dall'attività umana. La Giunta Cirio si attivi per adottare misure preventive e sistemiche per contrastarla rapidamente".
Una volta intervenute le forze dell'ordine, sono scattate quasi 30 denunce per tutti i presenti e partecipanti alla manifestazione, ma quello che gli attivisti non si aspettavano è stata la notifica di un foglio di via da Torino (per alcuni di un anno, per altri di due anni), che ha colpito profondamente gli attivisti.
Dopo una giornata passata tra questura e avvocato, il gruppo di Extinction Rebellion si è ritrovato in un bar di periferia per discutere il da farsi e capire cosa comportano questi provvedimenti, ma anche dopo una lunga discussione non ci sono soluzioni nel breve periodo: i 5 attivisti col foglio di via hanno 24 ore di tempo per rientrare nel loro luogo di residenza, pena l'apertura di un procedimento penale per la violazione dell'ordinanza restrittiva.
"Teoricamente – racconta a Fanpage.it l'avvocato degli attivisti Gianluca Vitale – il foglio di via comporta due imposizioni, la prima è il divieto di rientrare nella città da cui sei stato allontanato e la seconda è l’obbligo di presentarsi nella questura di residenza entro il giorno successivo alla notifica, chi non lo fa potrebbe essere denunciato penalmente per inottemperanza al foglio di via obbligatorio".
Alcuni degli attivisti presenti alla manifestazione sono giunti in città per il Climate Social Camp, un campeggio/conferenza di ambientalisti organizzato dai Fridays for Future, cui avrebbe dovuto partecipare anche Greta Thunberg (che invece sarà presente solo in videoconferenza), e arrivano da tutta Italia; per tre di loro però il foglio di via è più pesante perché, pur essendo residenti altrove, studiano e lavorano a Torino da molti anni.
"Io sono di Pinerolo – spiega Caterina Pellegrino a Fanpage.it – studio a Torino, vivo a Torino, ho parenti e amici qui e adesso secondo la Questura io a casa mia non ci posso più tornare". Caterina ha partecipato alla manifestazione portando materialmente la scala usata per issarsi sul balcone della Regione con la propria auto.
"Io ho un esame il 29 luglio – racconta Alessio Morabito, residente a Roma ma studente a Torino da diversi anni – e non posso partecipare perché non posso più stare qui. Io vivo qui, lavoro qui e ho partecipato alla manifestazione come videomaker e fotografo". L'ultima volta che è stato contattato da Fanpage.it ha raccontato di aver preso di corsa un treno per ritornare nella Capitale a firmare in Questura.
"Io devo sostenere l'esame di abilitazione a psicologo, di qui a qualche giorno – racconta Pedro Piccolino Boniforti, attivista residente a Firenze, ma di stanza a Torino per studiare e lavorare dal 2017 – è vero che potrò sostenerlo online, ma è un provvedimento molto forte, se ci stanno reprimendo in questo modo, questo ci fa aumentare enormemente la voglia di crescere e di tornare e di far sentire nello spazio pubblico la nostra voce.
"È evidentemente provvedimento punitivo e preventivo – spiega l'Avvocato Gianluca Vitale a Fanpage.it – gli attivisti hanno provato a spiegarlo all'autorità ma non hanno trovato ascolto, chi ha un legame forte con la città non può essere oggetto di un provvedimento come il foglio di via. A me sembra che l’utilizzo del foglio di via si inserisca in un filone abbastanza collaudato di provvedimenti di polizia che tentano di colpire chi in qualche modo partecipa alle lotte sociali e ambientali, parliamo di Val di Susa coi Notav, parliamo di Ventimiglia per i migranti".
Per l'avvocato che segue i 5 attivisti a cui è stato comminato il foglio di via da Torino "L’elemento paradossale è che la giurisprudenza e i dati dicono che non era il caso di comminare un foglio di via, che con questo provvedimento si sia inteso fare paura a questi ragazzi".
"In un posto normale – prosegue l'Avvocato Vitale – non ci dovrebbero essere dubbi sulla revoca del foglio di via, ma Torino è una piazza anomala per quanto riguarda le questioni di diritto di manifestazione del pensiero: spesso la giustizia qui ha mostrato un lato più politico rispetto alla mera applicazione del diritto".
La battaglia di Extinction Rebellion è sui temi ambientali, ma più nello specifico protestano contro quella che definiscono "l'inattività della Giunta e del Consiglio Regionale sui temi legati alla crisi idrica perché – così spiegano nel comunicato stampa seguito all'azione di protesta – l’emergenza idrica che stiamo sperimentando in queste settimane era prevedibile già da questo inverno".
Una battaglia che continuerà, a detta del gruppo, nonostante i fogli di via e le quasi 30 denunce di questa azione, che si vanno a sommare con le azioni di protesta che a cadenza frequente, in modo non violento, tentano di sensibilizzare istituzioni e cittadini. "Sto preparando delle istanze di revoca in autotutela – spiega l'Avvocato Vitale – se l’Autorità si accorge che non avrebbe dovuto adottare un provvedimento può revocarlo per evitare contenziosi, io mi auguro che il rispetto dello spirito e della ratio delle leggi consigli alla questura di revocare almeno quei provvedimenti che sono stati comminati a ragazzi che sono stabilmente inseriti a Torino".
"Io non penso di rinunciare a Torino – dice Giacomo Oxoli, studente di Trento e venuto in città per il Climate Social Camp – e non considero il foglio di via come un provvedimento rieducativo, lo considero solo come una privazione della libertà. Non abbiamo imbrattato nessun muro, non abbiamo spaccato niente, non abbiamo neanche insultato nessuno."
Victoria Racca, studentessa anche lei e residente a Parma, è una delle due ragazze che sono salite ben imbragate sulla lunga scala che le ha portate sul balcone principale della Regione Piemonte, quello che dà in faccia a Palazzo Madama e abbraccia tutta Piazza Castello. Victoria si è incatenata ed è rimasta per diverse ore al sole cocente da oltre 35° che sta picchiando sempre più forte sulla città, che fa cadere le foglie agli alberi, che secca la terra fino a farla diventare sabbia. "Mi sento in un limbo – racconta – non so cosa fare, se tornare per firmare oppure se violare il provvedimento, col rischio di avere altri problemi penali. Poi, quando mi dicono che questa è l'estate più calda di sempre, io rispondo no! Questa è l'estate più fresca da qui fino alla fine della tua vita". Un po' come dire che i problemi veri sono altri.