Manduria: gli immigrati protestano fuori dalla tendopoli
Mentre Berlusconi è in visita a Tunisi per discutere dell'accordo sugli immigrati quella appena trascorsa a Manduria è stata l'ennesima notte di tensione, specialmente nei pressi della tendopoli che dovrebbe ospitare gli immigrati protagonisti degli sbarchi a Lampedusa delle ultime settimane. Dovrebbe perché a fronte dei 2300 previsti, sono soltanto 1600 i migranti che attualmente risiedono a Manduria, nella ex base militare di contrada Paione. Negli ultimi giorni le tv hanno diffuso immagini di frotte di immigrati che tentavano di scavalcare la rete di protezione della tendo-struttura e che si riversavano per le strade della cittadina pugliese per raggiungere i binari della stazione e tentare di fuggire al Nord.
Storie di esasperazione quelle degli immigrati. La vera protesta è cominciata ieri pomeriggio quando circa 300 persone si sono riversate nelle strade della cittadina pugliese per protestare contro la mancata assistenza da parte del governo italiano. In serata in circa 200 sono rientrati nella tendopoli, dietro richiesta del questore di Taranto Enzo Mangini, mentre un presidio di circa 100 profughi ha deciso di dormire all'addiaccio in segno di protesta.Attraverso alcuni striscioni e cori hanno chiesto al governo italiano maggiori garanzie: un permesso di soggiorno temporaneo e la considerazione delle loro richieste d'asilo.
Il sito della protesta, dove gli immigrati hanno trascorso la notte, si trova nei pressi della strada provinciale che collega Manduria a Oria. Nonostante i tentativi di mediazione tentati dalle forze dell'ordine e dal questore di Taranto i profughi stanno ancora bivaccando fuori dal campo mentre un gruppetto ha indetto in queste ore lo sciopero della fame. Su uno striscione, si legge: "Non siamo qui per mangiare, siamo qui solo per la libertà e la dignità". Lo sciopero dei migranti, che si manifesta attraverso il rifiuto del cibo oppure attraverso l'acquisto di viveri con mezzi propri, ha anch'esso come obiettivo l'ottenimento di garanzie, prima tra tutte quelle relative alla libertà di muoversi all'interno del territorio nazionale. Ci si augura che stavolta il governo sappia dare risposte concrete ai migranti che non si risolvano con un semplice countdown come quello indetto da Berlusconi in visita a Lampedusa, il quale aveva garantito la soluzione al problema entro 48 ore.