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Mamma giù dal nono piano con la figlia, cos’è successo: da anni era seguita da centro di salute mentale

La donna che si è lanciata con la figlia dal nono piano di casa a Ravenna era seguita da anni dal centro di salute mentale. Prendeva dei farmaci e aveva incontri periodici per una patologia psichica certificata. Il ricordo di Josefa Idem: “La conoscevo, sono affranta”.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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I problemi di salute, i problemi in famiglia, un lungo e confuso post su Facebook per tentare di spiegare quanto stava per fare, poi le urla della bambina sentite da alcuni vicini e il dramma, con la piccola che muore precipitando dal nono piano insieme alla madre e al cagnolino di famiglia.

Ora dopo ora si aggiungono dettagli sulla tragedia che si è consumata lunedì mattina a Ravenna, dove una donna di 41 anni ha ucciso sua figlia, di 6 anni, lasciandola cadere dall’alto del loro appartamento e si è gettata a sua volta. Per la bambina non c’è stato nulla da fare – è stata trovata abbracciata al suo peluche -, lei invece si è salvata: se la caverà con una prognosi di una quarantina di giorni. Anche il cagnolino è morto.

Il post su Facebook, poi la tragedia a Ravenna

Poche ore dopo la tragedia è emerso che la donna, qualche minuto prima di lasciarsi cadere nel vuoto, aveva pubblicato un lungo post sul suo profilo Facebook. Un messaggio corretto nella forma ma sicuramente confuso nei concetti, nel quale la donna lanciava accuse varie nei confronti di suo padre e anche di altre persone. Ma non risultano denunce presentate dalla 41enne, né particolari tensioni domestiche.

Il marito e padre della bambina, tra l’altro, pare non avesse sentore dell'imminenza di un gesto del genere. Era in casa ieri mattina, ma non si sarebbe accorto di nulla.

Aperto fascicolo per omicidio pluriaggravato e uccisione di animali

La 41enne, una donna laureata in ingegneria e insegnante supplente, è stata arrestata e adesso è piantonata in ospedale. Il pm Stefano Stargiotti ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio pluriaggravato e uccisione di animali. Quando sarà possibile verrà interrogata. Dagli accertamenti risulta che la donna fosse seguita da una decina di anni dal centro di salute mentale. Prendeva dei farmaci e aveva incontri periodici per una patologia psichica certificata.

La relazione degli investigatori verrà inviata anche alla Procura per i minorenni di Bologna, per le valutazioni di propria competenza. Nei prossimi giorni si approfondiranno le sue relazioni sociali.

Il ricordo di Josefa Idem: "La conoscevo, sono affranta"

Nelle ore successive alla tragedia alcune persone hanno parlato di lei: tra queste Josefa Idem, nota canoista: "Sono affranta, in un momento come questo non ci sono parole. L’ho conosciuta tanti anni fa, e in un momento in cui il marito lavorava all'estero le sono stata vicino. Ogni tanto ci sentivamo, sapevo di alcuni problemi familiari, che però non avrei mai pensato potessero portare ad una tragedia di cui non riesco proprio a capacitarmi".

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