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Divisi alla nascita, mamme e figli che si cercano

Mamma, dove sei? Tiziana cerca la donna che la mise al mondo: “Ti voglio bene, non ti giudico”

Tiziana, una pittrice di Casalmaiocco, in provincia di Lodi, è nata il 3 febbraio 1983 all’ospedale “Ronzoni e Principessa Jolanda” a Milano. La donna che l’ha messa al mondo ha scelto di rimanere anonima al momento del parto. Dopo molti tentativi di ritrovare la mamma biologica, Tiziana si è rivolta a Fanpage.it per lanciare un appello: “Spero si faccia avanti. Vorrei solo sapesse che la sto cercando e non mi arrenderò mai”.
A cura di Mirko Bellis
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Tiziana cerca la mamma biologica da quando ha 18 anni
Tiziana cerca la mamma biologica da quando ha 18 anni
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Tiziana, una pittrice di Casalmaiocco, in provincia di Lodi, non ha mai conosciuto la mamma biologica. Quando è nata, il 3 febbraio 1983 all'ospedale “Ronzoni e Principessa Jolanda” a Milano, la donna che l’ha messa al mondo ha scelto di rimanere anonima. In tutti questi anni, Tiziana non ha mai smesso di cercarla e, dopo molti tentativi, si è rivolta a Fanpage.it con la speranza di poter avere sue notizie.

La ricerca di Tiziana parte da lontano. “Da quando sono diventata maggiorenne – ricorda – ho avuto l’esigenza di capire perché mia mamma biologica non mi avesse riconosciuta al momento del parto”. Ci prova con il Tribunale per i minorenni di Milano, ma l’unica cosa che riesce ad ottenere è il certificato di nascita dove c’è scritto che la mamma “non vuole essere nominata”. Il suo è un caso di parto in anonimato, in cui appunto la donna non riconosce il proprio figlio e decide di affidarlo alle cure del personale sanitario. Secondo la legge, le madri segrete hanno 2 mesi di tempo per ripensarci, poi non sapranno più nulla del figlio. Da quel momento tutti i dati sul neonato e sulla madre rimarranno anonimi. In queste circostanze, le pratiche di adozione sono molto veloci. “Sono stata adottata quando avevo 20 giorni”, precisa Tiziana.

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“Ho saputo fin da piccola la verità. Non ho mai avuto nessun tipo di trauma per questo. Sono stata fortunata perché sono cresciuta in una famiglia che mi ha sempre voluto bene. Quando Tiziana ha 11 anni, accade un fatto grave nella sua vita che la spinge ancora di più a voler conoscere le proprie origini. “Ho perso mio fratello maggiore in un incidente stradale e, mancando lui, il mio desiderio di sapere di più sul mio passato è aumentato”.

In questi anni, l’ospedale “Ronzoni e Principessa Jolanda” di Milano è diventato una residenza per anziani e alcuni archivi sono andati perduti. L’unica cosa che Tiziana riesce ad ottenere sono 21 pagine della cartella clinica in cui risulta che la mamma aveva già avuto un altro parto. “Sarei veramente felice se potessi conoscere mio fratello o sorella”. Anche le ricerche dell’assistente sociale che ha seguito le pratiche dell’adozione non hanno prodotto i risultati sperati. Qualcosa comunque, riesce a saperla: la mamma biologica era molto giovane quando ha partorito e aveva tenuto nascosta la gravidanza anche agli stessi familiari.

“In questa ricerca sono appoggiata da tutti – continua – da mio marito e dai miei genitori adottivi”. Tiziana si è sposata e ha due bambine di 4 e 6 anni. “Le mie due gravidanze mi hanno portata a pensare sempre di più a mia mamma biologica. Sapere che ti hanno portata in grembo per 9 mesi e poi ti hanno lasciata così non è facile da superare”. Per la pittrice c’è anche un altro aspetto non secondario. “Quando ho avuto le mie due bambine, i medici mi chiedevano se c’erano episodi di problemi cardiaci o tumori in famiglia. L’unica risposta che potevo dare è: ʻNon lo so, sono stata adottata e non conosco chi sia mia madre’”.  E c’è un'altra circostanza che Tiziana vuole sottolineare, affatto banale. “Quando ti chiedono a chi assomigli, non sai cosa rispondere. E’ qualcosa che accomuna tanti figli adottivi: potersi rispecchiare in qualcuno”. Nel 2014 la pittrice lombarda si rivolge alla trasmissione “Chi l’ha visto” e poi anche al web dove pubblica un appello sui social, tra cui sulla pagina “Figli adottivi cercano genitori biologi”.

In Italia, esiste il diritto dell’adottato di accedere alle informazioni sull'identità dei genitori biologici. Ciò nonostante, la legge non prevede ancora questa possibilità per i figli nati in un parto anonimato. Il diritto alla segretezza della donna, pertanto, prevale su ogni altra considerazione o richiesta. In attesa dell’approvazione della legge, i tribunali per i minorenni hanno stabilito che il figlio, al compimento del 25˚anno di età, possa far pervenire alla madre una richiesta per sapere se desidera continuare o meno a rimanere ignota. Ed è quello che ha fatto anche Tiziana. Nel febbraio 2017, ha presentato al tribunale per i minorenni di Milano un’istanza di interpello però ancora non ha ricevuto alcuna risposta. “Spero venga presto approvata una legge che garantisca il diritto anche per figli non riconosciuti alla nascita a sapere le proprie origini. E’ giusto tutelare le donne che, per qualche ragione, ricorrono al parto in anonimato. Hanno fatto una scelta e va comunque rispettata. Allo stesso modo, tuttavia, credo si debba considerare l’eventualità che una persona possa aver cambiato idea e voglia sapere cosa ne è stato del figlio”.

“A mia mamma biologica non ho niente da recriminare, a prescindere da cosa l’abbia spinta a non riconoscermi. Le voglio bene solo per il fatto che mi ha messa al mondo. Non la giudico in nessun modo, però il desiderio di sapere perché non ha potuto tenermi mi accompagna sempre. Vorrei solo poterla guardare negli occhi e chiederle cosa è successo, senza stravolgere la vita a nessuno”. “La mia speranza per ora è che mia mamma si riconosca nell'appello – conclude Tiziana – e si faccia avanti. Vorrei solo sapesse che la sto cercando e non mi arrenderò mai”.

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