Maltrattamenti sul figlio disabile, la mamma a processo: “Pesava 30 chili e aveva vermi nell’orecchio”
Anni di percosse e maltrattamenti sono finiti in Tribunale per un processo a carico di due persone, una madre e il compagno di lei, accusati di lesioni ai danni di un ragazzo disabile di 20 anni. Il giovane, inizialmente scambiato per un bambino dalle forze dell'ordine a causa del suo peso di 30 chili, era stato portato in ospedale a Torino proprio dalla madre, che ai medici aveva solo riferito che il figlio "aveva perso i sensi" e che il suo essere sottopeso era "stato causato dalla sua patologia".
Quello stesso giorno, però, una vicina di casa aveva segnalato ai carabinieri delle preoccupazioni per il ragazzo, che era stato visto rovistare nei bidoni della spazzatura in cerca di cibo e con vistosi lividi su un orecchio. Mentre in ospedale i medici si occupavano del 20enne, le forze dell'ordine raccoglievano la denuncia della vicina di casa e iniziavano le indagini. I fatti, secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, risalgono al 7 agosto 2021 e oggi hanno portato a processo la madre del 20enne disabile e il suo compagno, che partecipava ai maltrattamenti.
Le forze dell'ordine hanno ascoltato anche le parole di un'assistente sociale che spesso aiutava il giovane e le sorelle a fare i compiti. La donna ha dichiarato di "non essersi mai accorta di nulla" e di aver pensato che il suo essere sottopeso fosse dovuto alla patologia. Anche il 20enne ha confermato questa versione dei fatti davanti alle autorità, spiegando che sua madre e il suo compagno raccontavano a tutti che la sua disabilità lo portava a pesare poco più di 30 chili. Alle forze dell'ordine, il giovane ha anche raccontato di essere stato picchiato spesso e di aver dovuto più volte cercare cibo nella spazzatura per sfamarsi. Il ragazzo è stato inoltre trovato in condizioni igieniche precarie.
I medici che per primi si sono accorti di quanto stava accadendo temevano di non riuscire a salvarlo, ma fortunatamente le cure hanno lentamente rimesso in sesto il 20enne. La madre della vittima, insieme al compagno, è invece finita a processo davanti alla giudice Odilia Meroni.
I dettagli dei maltrattamenti sono poi stati riportati in aula dai testimoni e dai medici che quel giorno hanno visitato il 20enne. Il ragazzo era vivo per miracolo, ridotto pelle e ossa, con ecchimosi e lividi su tutto il corpo. Sulle mani aveva segni profondissimi provocati dalle corde con le quali veniva legato e le caviglie recavano lo stesso tipo di ferite. Secondo il personale medico che lo ha assistito, il ragazzo aveva un orecchio gonfio e tumefatto al cui interno, secondo quanto riportato da Repubblica, sono stati trovati anche vermi.
"Temevo che gli potesse succedere qualcosa – ha raccontato in aula la vicina di casa che per prima ha denunciato -. Lo avevo visto completamente assente, con lo sguardo perso nel vuoto, non rispondeva nemmeno quando lo chiamavamo. Avevamo notato il ragazzo venire nella nostra proprietà per rovistare nel bidone dell’umido e trovare qualcosa da mangiare. Non era normale che facesse una cosa del genere".
Durante il processo, la vicina di casa ha citato anche l'orecchio gonfio. "Lo avevo notato, era di un colore tra il viola e il blu, gonfissimo, faceva davvero impressione. Era così grande che si vedeva da metri e metri», ha spiegato in aula.