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Maltrattamenti e violenza sessuale sull’ex moglie: la Procura chiede il processo per Omar Favaro

La Procura di Ivrea ha chiesto il rinvio a giudizio per Omar Favaro. L’uomo, 40 anni, condannato nel 2001 per il duplice omicidio di Novi Ligure, insieme alla fidanzata dell’epoca, Erika De Nardo, è ora accusato di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie.
A cura di Eleonora Panseri
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Omar Favaro, 40 anni
Omar Favaro, 40 anni

La Procura di Ivrea ha chiesto il rinvio a giudizio per Omar Favaro, 40 anni, già condannato nel 2001 a 14 anni di reclusione per il duplice omicidio di Novi Ligure, insieme alla fidanzata dell'epoca, Erika De Nardo, figlia e sorella delle due vittime.

Oggi l'uomo, che ha scontato la condanna, è accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Secondo i pubblici ministeri, sarebbero una ventina gli episodi contestati dagli inquirenti: dalle minacce di morte fino alle violenze fisiche e psicologiche.

Il 40enne, in un periodo compreso tra il 2019 e il 2021, avrebbe in diverse occasioni detto alla compagna di volerla sfregiare con l'acido o ridurla su una sedia a rotelle. A denunciare le violenze è stata proprio l'ex moglie, difesa dall'avvocata Francesca Violante.

I due si erano conosciuti sui social 9 anni fa, si erano sposati poco dopo e avevano avuto una figlia. La situazione sarebbe degenerata durante i mesi del lockdown, quando il rapporto sarebbe cambiato e l'uomo avrebbe iniziato a umiliare e ad abusare della compagna.

Durante la convivenza la donna avrebbe chiesto diverse volte l’intervento dei carabinieri, minimizzando poi gli episodi al loro arrivo. Nel 2021 era riuscita a scappare di casa e a formalizzare la denuncia. Il Tribunale civile aveva affidato la bambina al padre e alla nonna paterna, poi si era passati a un affidamento congiunto, che prosegue tuttora.

Favaro, difeso dall’avvocato Lorenzo Repetti, ha sempre respinto tutte le accuse e la scorsa estate il tribunale del riesame di Torino ha rigettato la richiesta di misure restrittive nei suoi confronti.

"Il nostro assistito ha contestato tutte le condotte e raccontato la dinamica familiare vissuta negli anni di matrimonio. Tra le domande fatte anche quella sull'evoluzione del matrimonio. Il nostro cliente ha affermato di non aver mai pronunciato le frasi di cui è accusato e fornito anche prove diverse sulla veridicità delle sue parole", aveva detto tempo fa Repetti.

Ora la nuova richiesta di rinvio a giudizio verrà discussa nell'udienza davanti al giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Ivrea il prossimo mese di gennaio.

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