Mail bombing alla Guardia Costiera italiana per salvare 100 migranti a largo della Libia
Anche i social si mobilitano per chiedere che vengano immediatamente messe in campo tutte le iniziative necessarie per trarre in salvo i 100 migranti naufragati al largo della costa libica: si tratta di uomini, donne e bambini la cui presenza questa mattina è stata segnalata da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico usato per indicare imbarcazioni in difficoltà. Il barcone con i cento naufraghi si trova a 60 miglia al largo delle coste di Misurata e nella richiesta di aiuto uno dei migranti ha detto, disperato: "Presto, non riesco più a parlare perché sto congelando". E ancora: "Roma e Malta ci hanno detto di contattare la guardia costiera di Tripoli come autorità competente, finora non abbiamo avuto risposta. Non possiamo nemmeno confermare che abbiano ricevuto il nostro messaggio. Stiamo chiamando tutti i numeri di telefono, finora senza successo".
Ebbene, l'eventualità di una nuova tragedia dopo quella dei 117 di venerdì ha fatto sì che anonimi lanciassero un accorato appello di "mail bombing" alla Guardia Costiera italiana affinché intervenga e recuperi i naufraghi. L'appello in queste ore sta rimbalzando su chat di Whatsapp e bacheche di Facebook ed è il seguente:
OGGETTO: 20 GENNAIO 2019 – RICHIESTA DI INTERVENTO IMMEDIATO PER IL SALVATAGGIO DI 100 VITE UMANE
TESTO: “Io sottoscritto, NOME+COGNOME, chiedo alla Guardia Costiera Italiana di rispondere ai principi di solidarietà delle persone di mare, e di intervenire subito per salvare le persone a bordo dell'imbarcazione che si trova a largo delle coste libiche.
La Guardia Costiera italiana ha sempre svolto in questi anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di persone: oggi non può restare a guardare la morte in diretta senza intervenire.
Non siate complici di questo delitto.NOME+COGNOME
Sono stati due i naufragi degli ultimi giorni e i morti 170: il primo è avvenuto nel mare di Alboran (53 morti) tra la Spagna e il Marocco, l'altro a largo della Libia, tra venerdì e sabato, dove hanno perso la vita 117 persone, secondo quanto raccontato dai tre soli superstiti. Nonostante ciò, il governo italiano ha mantenuto la linea dura ed ha continuato ad attaccare le Ong.