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Mafia, sgominato clan Assinnata: arrestato il boss dell’inchino a Paternò

Tra gli arrestati c’è anche il padre del ragazzo al quale, durante i festeggiamenti di Santa Barbara, alcuni portatori dei cerei votivi fecero un inchino “reverenziale”. In totale 14 arrestati, tutti ritenuti appartenenti al clan Assinnata di Paternò.
A cura di Fabio Giuffrida
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Alle prime luci dell'alba, nella provincia di Catania, oltre cento Carabinieri hanno dato esecuzione ad un provvedimento restrittivo emesso dal Gip – su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 14 persone. L'accusa è di associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico di droga; secondo gli inquirenti sarebbero tutti appartenenti al clan Assinnata, un'articolazione della famiglia catanese dei Santapaola, operante nel territorio di Paternò.

Il clan operava a Paternò

L'indagine dei Carabinieri – che scaturisce a seguito del rinvenimento di una tanica di benzina con accendino legato da nastro adesivo presso un cantiere di una ditta nel palermitano – ha consentito di ricostruire le dinamiche criminali che regolavano le condotte del gruppo e le modalità di gestione dei proventi illeciti, definirne la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli affiliati nonché di ricostruire il volume degli affari illegali nel settore delle estorsioni ai danni di imprenditori edili e di commercianti di Paternò.

Al vertice dell'organizzazione mafiosa ci sarebbe stato, secondo gli inquirenti, Salvatore Assinnata, ritenuto dagli affiliati come "il top dei top": "Iddu cumanna..è u capu..io sugnu suddatu..iddu quannu u talii nda facci.. pigghi e ti pisci incoddu (traduzione: "è il top dei top, comanda lui, è il capo.. io sono un soldato.. quando lo guardi in faccia, rischi di farti addosso")". Assinnata, quindi, avrebbe gestito la cassa del clan e avrebbero intrattenuto rapporti con le altre famiglie mafiose del catanese. Nello specifico, ad essere bersagliata sarebbe stata un'ottica di Paternò nella quale i presunti affiliati si sarebbero recati per scegliere occhiali costosi senza, però, pagarli. "Iu sugnu mafiusu, mbare iu macari ca m'attaccunu, mi fazzu a galera mutu mutu (traduzione: "io sono mafioso, anche se mi arrestano, mi faccio la galera zitto zitto)" diceva uno dei sodali. Un'organizzazione di tipo verticistico "con una chiara e nitida suddivisione dei compiti, tutti finalizzati al conseguimento di illeciti proventi che scaturivano da diversificate attività criminali", ha precisato la Procura di Catania.

L'inchino al boss a Paternò

Tra gli arrestati c'è anche il padre del ragazzo al quale lo scorso 2 Dicembre, durante i festeggiamenti di Santa Barbara, alcuni portatori dei cerei votivi fecero un inchino "reverenziale". Erano le 12.55 circa quando i portatori delle due "varette" avrebbero eseguito a turno il classico "dondolamento" effettuando, nello specifico, "movimenti simulatori di un inchino reverenziale dinanzi al figlio del detenuto dal quale si congedavano con il rituale bacio finale". Tutto sulle note de Il Padrino. In quell'occasione fu immediato l'intervento del Questore di Catania Marcello Cardona che, ritenendo tale episodio come "una chiara manifestazione della forza intimidatrice del potere mafioso", ha emanato in via d'urgenza il provvedimento di divieto della manifestazione nei confronti dei due comitati organizzativi autori del gesto. All'indomani dello scandalo, l'amministrazione comunale ha annunciato che quei portatori dei cerei non sarebbero stati pagati (ogni "varetta" guadagna circa 4.000 euro, ndr). Inoltre starebbero già lavorando su un nuovo regolamento comunale che possa impedire ai pregiudicati di partecipare alla processione istituendo, poi, un percorso obbligatorio per i cerei votivi "onde evitare che vaghino liberamente per le vie cittadine".

109 arresti per mafia, sgominato clan Laudani

Una lotta quella contro il potere mafioso che vede la Procura di Catania in prima linea. Pochi giorni fa, infatti, sono state arrestate 109 persone, ritenute affiliate al clan mafioso dei Laudani, tra le più ramificate e pericolose organizzazioni criminali del catanese, che avrebbe costituito un condizionamento illecito all'economica locale. Mesi fa, invece, il Questore Cardona era intervenuto per far rimuovere i manifesti che annunciavano il battesimo di un bambino e che riportavano la scritta "Questa creatura meravigliosa è cosa nostra". L'8 Febbraio 2015, infine, il quotidiano regionale MeridioNews aveva denunciato la sosta sospetta di una candelora nei pressi della casa di un presunto boss nel corso della Festa di Sant'Agata.

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