Mafia, colpo al clan “Nardo”: confiscati beni da 50 milioni al boss ergastolano Ruggeri
Per trasportare i carichi di frutta, bisognava sempre rivolgersi alla Ruggeri Trasporti o erano guai. Prima del sequestro avvenuto nel febbraio 2020, la ditta di trasporti di frutta e ortaggi apparteneva a Filadelfo Emanuele Ruggeri, lo storico boss mafioso del clan "Nardo" di Lentini, in provincia di Siracusa, dagli anni '90 detenuto in regime di 41 bis con un ergastolo da scontare.
Dopo quasi tre anni dal sequestro, lo scorso 7 ottobre la Procura di Catania ha ordinato la confisca del patrimonio dell'azienda, stimato in 50 milioni di euro complessivi. Il provvedimento è stato eseguito oggi dai carabinieri di Siracusa: 157 camion, 244 rimorchi, 6 automobili, due terreni edificabili e un numero imprecisato di conti correnti, il bilancio della confisca.
La detenzione non impediva a Ruggeri di continuare a gestire il suo clan e a detenere il controllo del trasporto di frutta e verdura nella Sicilia orientale. Lo faceva attraverso i suoi familiari, di cui almeno sei erano suoi prestanome. Così, anche in cella, il potente boss ha mandato avanti i suoi affari per più di 20 anni, a suon di estorsioni e omicidi, fino al sequestro avvenuto nel 2020.
Chiunque si rifiutava di beneficiare dei servizi di trasporto delle ditte controllate da Ruggeri, andava incontro a minacce e intimidazioni. Lo stesso ovviamente accadeva a chi osava sfidarne l'egemonia economica nel territorio della Sicilia orientale. Un potere che valeva circa 25 milioni di euro di fatturato annuo per le tasche del clan.
"Gli imprenditori e i titolari di magazzini di stoccaggio di prodotti agricoli di Lentini, Carlentini, Francofonte e Scordia, per il trasporto dei loro prodotti, sono costretti a rivolgersi alla ditta Ruggeri", aveva confermato ai magistrati circa due anni fa il pentito Alfio Ruggeri, cugino dell'ergastolano e collaboratore di giustizia.
In seguito alle indagini economico-patrimoniali condotte dall'antimafia catanese e dal nucleo investigativo dei militari di Siracusa, è emerso anche che l'azienda ricorreva spesso e volentieri all'evasione fiscale per incrementare i profitti.
"Gli accertamenti hanno consentito di riscontrare – si legge in un comunicato diffuso dai militari – oltre all'escalation di condotte criminose (del boss Ruggeri n.d.r.) e la sua eccezionale propensione a comportamenti antisociali mediante numerosi reati, una sproporzione tra i redditi (pressoché inesistenti) dichiarati dallo stesso e dal proprio nucleo familiare e il patrimonio a loro effettivamente riconducibile".