Mafia: arrestato il fratello di Totò Riina
Il Nome Riina genera subito paura, fa venire in mente immediatamente il capo dei Corleonesi, una delle famiglie più spietate nel panorama criminale e per decenni a capo di Cosa Nostra. Questa volta, però, a far parlare di sé non è il capo dei capi Totò ‘u curtu, ma il fratello minore Gaetano, il 78enne è stato arrestato questa mattina dai carabinieri con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione, era disarmato e non ha opposto resistenza.
Gaetano Riina, secondo le indagini dei carabinieri del Ros avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella riorganizzazione del gruppo mafioso del mandamento di Corleone, dopo le decine di arresti e le condanne che hanno decapitato le famiglie criminali. Gaetano, dopo l’arresto del fratello nel 1993, era divenuto un punto di riferimento per tutte le famiglie corleonesi.
L’indagine dei carabinieri, coordinata dai procuratori della Dda di Palermo, Ignazio De Francisci, e Marzia Sabella, è durata più di due anni, e si è avvalsa dell’utilizzo di microspie e intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno portato alla luce numerose attività criminali da parte del mandamento di Corleone, con estorsioni ad imprenditori e riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Gli uomini del Ros oltre al Riina hanno arrestato anche Giovanni Durante, 57 anni e i due reggenti Giuseppe Grizzaffi, 33 anni, figlio dell’ex reggente, Giovanni, sposato con una delle sorelle Riina, e il cognato Alessandro Correnti di 39 anni.
I proventi delle attività criminali oltre che reinvestiti in attività lecite erano destinati anche al mantenimento delle famiglie del clan. Come emerso dall’inchiesta, infatti, anche Ninetta Bagarella, la moglie di Totò Riina, riceveva periodicamente una parte dei soldi e anzi si lamentava dell’esiguità della rendita, visti anche i numerosi sequestri di beni degli ultimi anni.
Gaetano Riina abitava a Mazara del Vallo, nel Trapanese, ma si spostava spesso a Corleone, sua città natale, per seguire le attività dei due nuovi reggenti, che come hanno evidenziato le indagini non erano considerati dalla famiglia sufficientemente capaci di gestire autonomamente l’eredità criminale. Riina ufficialmente era solo un agricoltore e trascorreva una tranquilla vita da pensionato, tranne che partecipare, periodicamente, alle riunioni di famiglia dove i più giovani gli chiedevano consigli e lui assegnava compiti e lavori.
Riina era già stato coinvolto in alcune indagini per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti negli anni '80, e dopo l’arresto del fratello Salvatore, era diventato un po’ il portavoce della famiglia, facendosi intervistare molte volte dai giornalisti.