Madre picchia gemellini con la scopa: ne voleva soltanto uno
BELLUNO – Era arrabbiata con loro, perché erano due e non uno come avrebbe desiderato. Così li riempiva di botte con il manico della scopa e con il mestolo, paragonando i figli, gemelli, al padre «ubriacone, rompiballe, infame». Il piccolo sul quale si accaniva di più era l’ultimo nato di quel parto gemellare. Ora quella mamma degenerata ha 49 anni ed è alla sbarra: a processo con l’accusa di maltrattamenti a minori. Figli che ancora oggi vivono con lei sotto il suo stesso tetto.
I fatti si collocano tra l’estate 2014 e il maggio 2015, quando la donna, dopo aver lasciato il marito, si trasferì a Belluno. E’ qui che, secondo l’accusa, si concentrano i fatti più incresciosi, tali da costringere i gemelli a starsene ore fuori di casa per non sopportare gli atteggiamenti persecutori della loro madre. Il caso verrà poi portato all’attenzione degli inquirenti da una cugina. In diverse occasioni la donna avrebbe picchiato i figli, spaccando sulle loro schiene anche i manici delle scope. A volte utilizzava anche lebellunio aste dei tendaggi, insultandoli con epiteti come «stronzo, bastardo, coglione». Ma soprattutto se la prendeva con uno di loro dicendogli che la sua nascita era stata uno sbaglio; lei non voleva gemelli. Una storia che nasconde anche maltrattamenti, quelli subiti dalla donna, a sua volta vittima dell’ex marito alcol dipendente cronico, violento e manesco. L’uomo, infatti, è indagato per averla ripetutamente maltrattata e picchiata procurandole lesioni. Una quadro famigliare duro, dentro il quale le principali vittime sono stati i due ragazzi, oggi sul banco di un tribunale per chiedere giustizia.