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Madre fatta a pezzi dalla figlia a Genova, l’autopsia: segni compatibili col suicidio

Dai primi risultati dell’autopsia su Loredana Stupazzoni, la donna fatta a pezzi a Genova dalla figlia, Giulia Stanganini, sono emersi segni sul collo compatibili con l’impiccagione. La 37enne aveva raccontato agli investigatori di avere trovato la madre senza vita, di avere tenuto il corpo in casa per cinque giorni e poi di averlo smembrato.
A cura di Nico Falco
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Loredana Stupazzoni si sarebbe suicidata prima che il suo corpo venisse fatto a pezzi dalla figlia, Giulia Stanganini. Dall'autopsia sono emersi particolari che sembrano per il momento confermare il racconto della 37enne: il medico legale ha riscontrato segni compatibili con l'impiccagione, così come aveva raccontato la donna quando si era rivolta alle forze dell'ordine. Lunedì ci sarà l'interrogatorio di garanzia per la 37enne, che è stata arrestata per distruzione di cadavere ed è anche indagata per omicidio volontario; la Stanganini ha negato di avere ucciso la madre e ha aggiunto che la vittima era depressa e che prendeva antidepressivi.

La storia, dietro cui probabilmente si cela un antefatto di disperazione e di disagio psichico, è avvenuta a Marassi, quartiere di Genova. La Stanganini si era presentata in commissariato e aveva raccontato di essere andata a casa della madre e di avere trovato la donna, 63 anni, già deceduta. Impiccata. Aveva spiegato di averla adagiata nel letto e di averla tenuta in casa per qualche giorno. Poi, di avere deciso di smembrarla per disfarsi del corpo; alcune parti sarebbero state buttate nella spazzatura in strada, insieme al coltello usato, altre sarebbero state infilate in pacchi sigillati e messe nel congelatore.

Un racconto che era apparso nei primi momenti inverosimile, ma che aveva trovato conferme durante il controllo nell'abitazione della 63enne, bidella in pensione: gli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile hanno trovato alcuni sacchi neri con dentro parti del corpo di Loredana Stupazzoni e altre parti, più piccole, erano in un secchio nel bagno, probabilmente il locale dove il cadavere è stato smembrato. La figlia è stata arrestata ma gli inquirenti vogliono se la madre si sia realmente suicidata o se sia stata uccisa.

L'autopsia è stata eseguita questa mattina, 25 aprile, dal medico legale Francesco Ventura, in presenza di Marco Salvi, nominato consulente per la difesa. Dall'esame sarebbero emersi sul collo della vittima dei segni compatibili con l'impiccagione, particolare che quindi confermerebbe la versione della Stanganini. Lunedì per la 37enne ci sarà l'interrogatorio di garanzia, davanti al gip Riccardo Ghio; probabile che l'avvocato Chiara Mariani chieda una perizia psichiatrica.

La 37enne, è emerso nel corso delle iniziali indagini ed è stato confermato in sede di interrogatorio, aveva un rapporto molto problematico con la madre; la donna era rimasta inoltre molto provata dalla morte del figlio di 3 anni e mezzo, avuto con un uomo tunisino non in regola sul territorio italiano, che nello scorso novembre si era sentito male in strada e ed era deceduto nell'ospedale Gaslini; su quella faccenda era stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e non erano stati esclusi maltrattamenti in famiglia.

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