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Madre e figlia trucidate al cimitero, preso il killer: ha ucciso per vendetta

Edda Costabile e di sua figlia Ida Attanasio sono state trucidate con 14 colpi di pistola al cimitero di San Vallo (Cosenza) il 31 ottobre 2016. Per il duplice omicidio è stato arrestato Luigi Galizia, fratello di Damiano, a sua volta ucciso da Salvatore Attanasio, rispettivamente il figlio e fratello delle due donne. L’uomo avrebbe agito per vendetta.
A cura di Angela Marino
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Si tratterebbe di un regolamento di conti. Il giallo della morte di Edda Costabile e di sua figlia Ida Attanasiotrucidate in pieno giorno il 31 ottobre 2016 a San Lorenzo del Vallo, nel Cosentino, è a una svolta. Il presunto assassino delle due donne sarebbe Luigi Galizia, 37 anni, fratello di Damiano, il 31enne ucciso nell'aprile 2016 a Rende da Francesco Attanasio, rispettivamente il figlio e fratello di Edda Costabile e Ida Attanasio.

Il duplice omicidio al cimitero di San Vallo

Edda Costabile (77 anni) e la figlia Ida Attanasio (55) sono state sorprese da una raffica di proiettili mentre si trovavano nella cappella di famiglia al cimitero di San Vallo, dove erano andate a pregare sulla tomba del fratello di Francesco Attanasio, morto in un incidente stradale. Secondo la ricostruzione della Procura di Castrovillari, il killer sparò prima alla madre, mentre la figlia si diede a un disperato tentativo di fuga. L'assassino l'ha inseguita per circa quaranta metri colpendola alle spalle con una pistola calibro nove. Dopo la morte delle due donne gli investigatori si misero immediatamente sulle tracce di Luigi Galizia, la cui testimonianza era richiesta a titolo di persona informata dei fatti. Proprio nelle ore immediatamente successive al delitto l'uomo di rese irreperibile, per poi presentarsi alle forze dell'ordine dopo alcuni giorni.

Il movente

Il movente del duplice delitto sarebbe dunque la vendetta per la morte di Damiano Galizia, 30 anni, il cui cadavere venne ritrovato in una villetta in contrada Dattoli a Quattromiglia di Rende (Cosenza), il 26 aprile del 2016. Il 31enne fu ucciso a colpi di pistola da Salvatore Attanasio, reo confesso, a detta del quale l'omicidio sarebbe scattato al culmine di una lite per la restituzione di un prestito di diverse migliaia di euro. Alcuni giorni dopo il delitto, Galizia fece ritrovare un deposito all'interno del quale era contenuto un  intero arsenale militare composto di pistole e fucili. Il capannone era stato affittato da Galizia per conto di Attanasio. Il ritrovamento della armi aveva fatto scattare immediatamente gli accertamenti della Direzione distrettuale antimafia di Cosenza. Tali indagini non veidenziarono collegamenti della malavita locale né con la morte di Galizia né con quella di Edda Costabile e Ida Attanasio.

Sin da subito al procuratore Eugenio Facciolla è apparso chiaro che si trattava di una vendetta personale: "Siamo certi che ha agito con premeditazione e con ferocia inaudita", ha dichiarato. Non potendo colpire l'assassino di suo fratello, ormai in carcere, Galizia avrebbe colpito la madre e la sorella, freddandole con 14 colpi di pistola sparati a cielo aperto, nel giorno della commemorazione dei defunti. Nonostante il delitto fosse avvenuto sotto gli occhi di diversi testimoni, nessuno si presentò agli inquirenti per fornire informazioni e alcuni negarono addirittura di trovarsi al cimitero al momento dei fatti. La stessa omertà ha consentito al Galizia di rendersi irreperibile per diversi giorni durante i quali, tuttavia, pare che avesse continuato a circolare indisturbato in paese. "Il dato triste – ha commentato Facciolla – è che si tratta di una terra che ha un problema culturale, non c'e' altro posto in Italia dove un fatto del genere non ha visto una scossa qualsiasi, anche apparente da parte della comunità. Non c'e' stata una fiaccolata, una dichiarazione pubblica da parte di un amministratore, non c'è stata una presa di posizione. L'unico problema che avevano gli amministratori pubblici era quello se il cimitero fosse sotto sequestro oppure no. Con questo penso di aver detto tutto".

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