Maddalena uccisa dal marito con la piccola Jennifer: “Nessuno lo chiami raptus”
Maddalena Agrelli e la sua piccola Jennifer, quattro anni, sono state assassinate nel sonno all'alba del 15 dicembre 2007 a Villapiana Lido, nel Cosentino. A sferrare i fendenti mortali contro di loro, mentre dormivano, è stato Gianluca De Marco, rispettivamente marito e padre delle vittime. Oggi, dopo tredici anni dai fatti Francesco Agrelli, fratello di Maddalena, ha ripercorso la tragedia che lo fa ‘ancora tremare'.
Come ha saputo del duplice delitto?
"Come l'ho saputo io? Mi ha chiamato la mia ex moglie dicendo che al notiziario aveva letto un flash con il nome di mia sorella. Non ci potevo credere, l'avevo lasciata la sera prima, stava bene".
Chi ha chiamato i soccorsi?
"Ha chiamato lui stesso i carabinieri: "Ho ammazzato mia moglie e mia figlia". All'inizio hanno stentato a credergli, pensavano a uno scherzo. Lui ha insistito, era calmo, ha detto perfino che li avrebbe aspettati al cancello per indicargli dove fermarsi, così si sono persuasi ad andare. E hanno scoperto che purtroppo era tutto vero".
Quando sono arrivati come ha motivato ciò che era successo?
"Ha detto che era stato un momento, che non aveva ‘capito più niente'. Beh è stato quando è arrivato il 118 che è parso meno lucido, non voleva fare entrare sanitari in camera perché Maddalena e Jennifer ‘stavano dormendo'. Sia mia sorella sia la bimba invece erano già morte".
Gli hanno dato la seminfermità
"Sì, anche se non ho mai capito cosa significhi. Era pazzo solo quando le ha uccise? Per noi familiari invece non si è trattato di un raptus. L'odio è cresciuto in lui poco a poco".
Cosa intende?
"C'erano stati litigi frequenti tra mia sorella e la suocera. Lei non le lasciava più vedere la bambina e lui questo non poteva sopportarlo, la madre per lui era molto importante."
Si è detto che fosse depresso perché disoccupato?
"Non è vero che non aveva un lavoro, faceva dei lavoretti come elettricista a Policoro, in Basilicata. Aveva lavorato per lo zio nell'impresa edile. Non è che fosse molto costante nel lavoro. Maddalena era diplomata in ragioneria e da quando si è sposata non è più andata a lavorare. C'era il mutuo da pagare, le spese per la bimba. Questo era sicuramente motivo di conflitto tra loro".
C'erano mai stati litigi seri?
"No che sapessimo. Mia sorella era chiusa nei nostri confronti. Abbiamo saputo dalla vicina che c'erano litigi frequenti, che volavano piatti, urla. Tutto quello che non diceva a noi lo raccontava a lei".
Perché non si confidava con voi?
"Penso temesse di deluderci, specialmente dopo la morte di papà. I miei non erano d'accordo con quel matrimonio".
Perché non volevano che lo sposasse?
"Beh, lui era un ragazzo di buona famiglia, ma non si era mai impegnato a costruirsi una professione. Si divertiva a fare il Dj alle feste, usciva, nell'ultimo periodo beveva anche".
Vi ha mai cercato per chiedervi perdono?
"Mai. Neanche al processo. Dalle persone a lui vicine abbiamo saputo che ha espresso pentimento per la bambina, ma per mia sorella mai".
È stato condannato a 18 anni
"Una pena mite…Hanno escluso la premeditazione e la crudeltà. Oggi non è più in carcere, ha scontato nove anni e mezzo ed è stato trasferito ai domiciliari, credo per motivi di salute, a casa della mamma. Neanche lei è venuta da noi a parlarci".
C'è qualcosa che avrebbe potuto salvare sua sorella?
"Sicuramente parlare avrebbe aiutato. Se dovessi dare un consiglio a una donna con un matrimonio problematico o un marito inaffidabile, è quello di confidarsi con i propri cari: genitori, fratelli, amici. Non abbiate paura di parlare. Anche di fronte a un'occhiataccia, una lite aspra, un segnale banale, confidatevi, non tagliate fuori chi vi vuole bene. Se mia sorella si fosse confidata con noi saremmo intervenuti, invece per non dispiacerci, deluderci o per non sentirsi dire ‘te l'avevo detto' ha tenuto tutto per sé. E ora possiamo solo piangere lei e la nostra nipotina".