Macron mette fuori legge i movimenti ecologisti: pessimo segnale per la lotta al cambiamento climatico
Il 21 giugno 2023 il governo francese ha ratificato lo scioglimento di Les Soulèvements de la Terre (LST), un movimento ecologista che negli ultimi mesi si è reso protagonista di grandi manifestazioni contro progetti giudicati dannosi contro l'ambiente. Mobilitazioni che hanno visto utilizzate un ventaglio di tattiche molto ampio, dal corteo pacifico al sabotaggio.
La decisione era nell’aria da marzo, proposta dal Ministro dell’Interno in seguito alle proteste contro i bacini idrici per l’irrigazione di Sainte Soline sfociate in ore di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il legal team e le associazioni per la tutela dei diritti umani hanno documentato 200 manifestanti feriti, 40 dei quali in gravi condizioni, due in coma, alcuni che hanno subito mutilazioni alle mani e ai piedi in seguito all'utilizzo di granate stordenti. Degli esperti di Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per “la mancanza di moderazione dell’uso della forza contro i membri della società civile”, ma la soluzione trovata da Emmanuel Macron è stata quella di cercare di far sì che la società civile semplicemente smettesse di protestare.
Ieri in tutta la Francia si sono tenuti presidi di protesta di fronte alle prefetture, a cui hanno portato la loro solidarietà numerosi esponenti politici e sindacali, rappresentanti di altre sigle ambientaliste e della società civile contro la decisione del governo.
Sciogliere davvero Les Soulèvements de la Terre però si rivelerà difficile per Macron, perché non si tratta di un'organizzazione verticale, quanto di un coordinamento. Una rete di collettivi e gruppi radicati sul territorio, tenuti insieme da una piattaforma contro il consumo di suolo e lo sfruttamento del territorio. La "battaglia" campale di Sainte Soline non a caso si è giocata attorno alla realizzazione di grandi bacini idrici, presentati come una soluzione lampo alla siccità, ma equiparati dal movimento ecologista a un’operazione di accaparramento di risorse idriche da parte delle grandi aziende di agricoltura intensiva, con rischi per la salute e svantaggi per i piccoli agricoltori.
L’esperienza di Les Soulèvements de la Terre non nasce dal niente. La precedono le ZAD (acronimo di Zone à défendre, "zona da difendere") delle occupazioni nate su aree destinate a progetti ecologicamente e socialmente insostenibili. È particolarmente nota la ZAD di Notre Dame des Landes, vicina a Nantes, che si è opposta per anni alla costruzione di un aeroporto che avrebbe di fatto cacciato gli agricoltori locali. Nel 2018 Macron ha accantonato il progetto dell’aeroporto optando invece per l’ampliamento di quello di Nantes, segnando la vittoria degli "zadisti".
LST nasce proprio a Notre Dame des Landes nel 2021 e segna la nascita di una coalizione nazionale tra collettivi ambientalisti, agricoltori e sindacati. Le modalità di azione di Les Soulèvements de la Terre, ricordano per molti aspetti il movimento No Tav, a partire dalla capacità di tenere insieme pratiche e sensibilità molto diverse attorno allo stesso obiettivo (per semplificare: dai giovani che si scontrano con le forze dell'ordine ai sindaci dei territori interessati). Non a caso lo scorso sabato in Val Maurienne, sul lato francese dei cantieri della Torino – Lione, LST ha promosso una grande manifestazione con la partecipazione dei No Tav italiani (molti dei quali bloccati al confino con tanto di fogli di via).
Le proteste del movimento No Tav durano da 30 anni e in Val di Susa della ferrovia nelle montagne ancora non si vede l’ombra. Ci sono solo cantieri che sembrano sospesi nel tempo. A manifestare contro la Tav sono spesso persone che in Val di Susa ci vivono, ma anche attivisti venuti da Torino o dal resto d’Italia. È a tutti gli effetti una lotta territoriale, ma con una valenza nazionale. Les Soulèvements de la Terre invece queste lotte le raccoglie aumentandone la rilevanza nazionale:: è una rete di movimenti territoriali, in grado di sostenersi a vicenda e di amplificare le proprie battaglie. Molto importante nel movimento francese è poi il coinvolgimento dei sindacati e delle organizzazioni degli agricoltori. In Italia sicuramente si assiste a un maggiore isolamento e a un minore coordinamento delle tante battaglie che sono tutt'oggi in corso.
Quello che sta accadendo dall'altra parte delle Alpi è estremamente grave. La criminalizzazione del movimento ecologista da parte del governo francese, che parla di rischio "eco terrorismo", è un campanello d'allarme: si preferisce scagliarsi contro le tantissime forme di lotta ambientalista, reprimendole anche con una violenza spropositata come quella messa in campo a Saint Soline, piuttosto che rivedere le certezze di questo modello di sviluppo. In Italia per arrivare a una legislazione speciale sono bastati i lanci di vernice di Ultima Generazione. Nei prossimi mesi e anni la mobilitazione attorno a questi temi aumenterà, visto l'immobilismo della politica che continua a perseguire un modello di sviluppo basato sui combustibili fossili e la devastazione dei territori. Chi utilizzerà la sigla di Soulèvement rischia pene fino a 3 anni di reclusione e multe fino a 45.000 euro. Ma non è facendo scomparire una sigla che decine di migliaia di persone torneranno a casa,, permettendo a governo e aziende di fare quello che vogliono.