L’urlo degli studenti: “Costi impossibili, rischiamo di vivere come clochard e dormire in stazione”
"Non ci sono veri aiuti per la crisi abitativa che lascia migliaia di noi senza casa, e, come segnalato dalla Caritas di Bologna, inizia a diffondersi il fenomeno degli studenti clochard, che si recano a lezione e poi dormono in stazione. Speriamo non accada anche a Torino, dal momento che Porta Susa e Porta Nuova praticano la chiusura in orario notturno". Questo l'appello di Alessia Quacquarelli, rappresentante degli studenti del Politecnico di Torino, all'inaugurazione dell'anno accademico. "
I problemi sono vari: dagli spazi, passando per le risorse, arrivando ai costi. Il tormento centrale è legato all'economia e ai bilanci di famiglia (e personali) degli studenti "In un mondo in cui ci si pone il dubbio sul giusto compenso, non ci si pone però il problema di chi chiede almeno 600 euro al mese di affitto alle famiglie dei ragazzi" prosegue Quacquarelli.
E anche quando ai sostegni ci si riesce ad arrivare, ci sono altre difficoltà: "I tempi per erogare i contributi spesso arrivano dopo mesi, come per il Covid, che è stato erogato dopo 9 mesi" dice la rappresentante.
E poi resiste il problema di genere: "Essere donna è ancora un ostacolo, con uno sterotipo che si trasforma in prigione per tante ragazze. Solo il 30% delle laureate in ingegneria è donna e poi le stesse fanno fatica a trovare lavoro".
Intanto l'Università di Torino e il Politecnico hanno lanciato, insieme al Comune piemontese, il progetto Torino Student Housing che ha come obiettivo incentivare i proprietari a mettere a disposizione dei ragazzi gli alloggi sfitti. La previsione è quella di offrire agli studenti nei prossimi cinque circa 10.000 appartamenti.