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News sull'uccisione dell'orsa Amarena in Abruzzo

L’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena: “Non mangio e non dormo da 3 giorni, ricevo telefonate di morte”

Parla l’uomo di 56 anni che nella notte tra giovedì e venerdì ha sparato e ucciso l’orsa Amarena in Abruzzo. Dice di aver capito subito di aver sbagliato: “Hanno chiamato anche mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”.
A cura di Susanna Picone
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Il corpo dell'orsa Amarena, uccisa nella notte di giovedì agosto a colpi di fucile.
Il corpo dell'orsa Amarena, uccisa nella notte di giovedì agosto a colpi di fucile.
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A tre giorni della morte dell'orsa Amarena, uccisa a fucilate nella notte tra giovedì e venerdì nella zona di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), parla A.L., l’uomo di 56 anni che ha sparato all’animale.

In una dichiarazione all’Ansa ricostruisce quanto accaduto e dice di vivere una gogna. Riceve minacce e sostiene che lo stesso sta succedendo ad altri membri della sua famiglia.

"Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna", le parole del 56enne dal piazzale della sua casa, da dove ha sparato ad Amarena.

"Ti uccidiamo", "Farai la stessa fine dell'orsa", alcuni dei tanti messaggi arrivati al telefono dell’uomo che, accompagnato dal suo avvocato, ha denunciato ai carabinieri le minacce di morte ricevute nelle ore successive all'episodio.

Il racconto dell'uomo che ha sparato e ucciso l'orsa Amarena

"Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – prosegue – ho sbagliato; l'ho capito subito dopo aver esploso il colpo… i carabinieri li ho chiamati io". "È successo qui – continua raggiungendo il pollaio, dove ha sparato all’orsa e dove il parco ha posizionato delle trappole con esche per acchiappare i due cuccioli ormai orfani – in uno spazio piccolissimo io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all'improvviso quest'orso e ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo".

La Procura della Repubblica di Avezzano ha notificato un avviso di garanzia al 56enne accusato di aver sparato un colpo di fucile contro l’orsa simbolo del Parco Nazionale dell'Abruzzo-Lazio e Molise. L'ipotesi di reato è di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità.

La moglie dell'indagato: "Non è giusta questa violenza"

Anche la moglie dell’uomo parla di violenza nei loro confronti. "Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo, c'è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?”, le parole della donna all’Ansa.

I cuccioli dell'orsa non sono in grado di provvedere a se stessi

Intanto continuano le ricerche dei cuccioli di Amarena. Ad oggi, come ha spiegato il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, non sono stati ancora trovati. Ieri tre squadre dei guardia parco insieme ai Carabinieri forestali avevano visto i cuccioli: nel primo avvistamento erano insieme, mentre nel secondo è stato avvistato un solo orso. È una corsa contro il tempo per salvare i due cuccioli dell'orsa Amarena: gli animali, che hanno tra i cinque e sei mesi, non sono in grado di provvedere da soli al loro nutrimento e potrebbero essere una facile preda per la fauna selvatica.

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