L’ultimo saluto dell’Arma al maresciallo Giovanni Andriano: “Un carabiniere con la C maiuscola”
"Giovanni si sentiva profondamente un Carabiniere con la C maiuscola, convinto del proprio servizio al cittadino" così il Comandante Generale dei carabinieri, il generale Teo Luzi, ha ricordato durante i funerali il maresciallo Giovanni Andriano, il militare dell'arma morto a causa di un tragico incidente durante un addestramento in Val Gardena dopo essere stato travolto da una valanga in Val Chadul (Bolzano), sulle Dolomiti.
Il luogotenente "ci è stato portato via in un’attività addestrativa che non era fine a se stessa ma destinata allo svolgimento del miglior servizio possibile alla comunità. Continuerà a vivere nel Centro di Selva Val Gardena, nella Legione Trentino Alto Adige e in tutta l’Arma dei Carabinieri” ha aggiunto il generale che ha presenziato alla cerimonia funebre del sottufficiale insieme alle massime autorità provinciali e al sottosegretario alla difesa.
Per l'ultimo saluto Giovanni Andriano in tantissimi hanno voluto presenziare ai funerali officiati oggi dal cappellano militare della Legione, don Giammarco Masiero, a Ortisei dove il 49enne risiedeva insieme alla compagna e al figlio di 5 anni.
Una folla silenziosa che ha voluto rendere omaggio a un servitore dello stato che prima all’attuale incarico come istruttore del Centro Addestramento alpino di Selva Gardena, aveva prestato servizio presso la Centrale Operativa del Gruppo di Aosta, all’Aliquota Operativa e alla Stazione di Poggio Mirteto (RI) e svolto varie missioni all’estero (Iraq, Cipro, Palestina, Libano, Kossovo e Bosnia).
Un silenzio squarciato solo dal suono della tromba davanti alla bara ricoperta col tricolore, portata in chiesa a spalle dai colleghi del gruppo alpino nonostante la neve. Il feretro del maresciallo arriverà domani alla Chiesa di Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti, luogo di orine del maresciallo Andriano.
Andriano era stato travolto da una slavina il 10 gennaio scorso. Nonostante i soccorsi immediati, anche grazie ai due colleghi dell’Arma che erano con lui, il maresciallo è rimasto sepolto sotto 2 metri e mezzo di neve, e benché sia stato estratto vivo le sue condizioni sono apparse subito critiche. Dopo oltre tre giorni di lotta, il suo cuore si è spento a nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Maurizio di Bolzano.