L’ultimo saluto ad Alessandra Matteuzzi, vittima di femminicidio: “Più tutele per le donne”
Abbracci, lacrime e tanta commozione martedì 30 agosto al cimitero della Certosa, a Bologna. Moltissime persone si sono strette attorno ai familiari di Alessandra Matteuzzi, la 56enne uccisa brutalmente la scorsa settimana sotto casa, alla periferia del capoluogo. In carcere con l'accusa di omicidio aggravato c'è l'ex compagno, Giovanni Padovani, 27enne calciatore fra i dilettanti e modello, che a fine luglio la stessa Sandra, come tutti la chiamavano, aveva denunciato per stalking. "Qualcosa bisognerà fare dopo quanto accaduto, ha detto uno zio della donna, presente alla camera ardente, se c'è un provvedimento fermo alla Camera o al Senato è il caso di prenderlo fuori immediatamente. Questo per tutte le donne, che un domani possano essere in condizione di affrontare un problema molto serio: quello del rapporto uomo-donna, della possessione".
Nel giorno dell'addio ad Alessandra prevalgono il dolore ma anche, come sottolinea ai cronisti un altro parente della donna, la rabbia per una morte che, forse, si sarebbe potuta evitare. "Forse la Procura avrebbe potuto fare qualcosa di più e meglio" ha infatti sottolineato un altro l'uomo, mentre il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, oltre a ricordare e a invitare tutta la cittadinanza alla fiaccolata per Alessandra e per tutte le donne vittime di violenza, organizzata per mercoledì 31 agosto, dice: "Dobbiamo rispondere a questo ennesimo atto di violenza con l'impegno di chi vuole che le leggi vengano applicate. Questa donna, come altre, prima di denunciare ha segnalato cosa le stava accadendo, prosegue, ma è passato troppo tempo prima che le istituzioni si muovessero. Ciò accade ogni giorno, e i segnali di violenza sulle donne sono sempre gli stessi: questo ci dice che il Paese non le sta difendendo come dovrebbe" .
"Occorre che il prossimo Parlamento si assuma delle responsabilità, continua Lepore. "È stato istituito il codice rosso, ma ancora troppo tempo passa da quando si fanno le segnalazioni a quando le istituzioni proteggono le donne". Presente, chiaramente, anche la sorella Stefania, oltre a tantissime donne che, pur senza conoscere personalmente Sandra, non hanno voluto far mancare la propria vicinanza. "Era sincera, buona di cuore, fantastica" sottolinea una conoscente. Tanti anche i colleghi di lavoro del mondo della moda di cui Alessandra faceva parte. Dopo la camera ardente, con un momento di preghiera affidato al diacono di San Luca, Padre Gerardo, la salma di Sandra è partita verso il cimitero di Borgo Panigale. "Queste cosa non devono succedere, ha detto, fermato dai cronisti, il prelato."Ci appelliamo alle istituzioni perché si faccia di più, partendo prima dagli uomini. Lui (si riferisce all'ex compagno di Sandra, ndr), dovrebbe iniziare a conoscere il Dio della misericordia e della vita".