L’ultimo giorno di Marisa Leo, uccisa dall’ex: “Lei era convinta di andare a prendere sua figlia”
Sono le 8,28 di mercoledì 6 settembre quando nel cortile dell’azienda vitivinicola nel Trapanese in cui lavora, arriva con la sua auto Marisa Leo, la 39enne uccisa lo stesso giorno dal suo ex compagno Angelo Reina, padre della loro bambina. Un uomo che, poco dopo il femminicidio, si è tolto la vita con la stessa arma usata per uccidere Marisa e si è lasciato cadere da un cavalcavia.
La trasmissione tv “Quarto Grado” ha mostrato, nella puntata di venerdì 15 settembre, le immagini delle telecamere di videosorveglianza che ritraggono Marisa durante il suo ultimo giorno di vita. La donna arriva appunto con l’auto nel cortile dell’azienda, scende e cammina verso l’ufficio, fa tutto quello che verosimilmente faceva ogni giorno. Compra le caramelle alla figlia che l’ex avrebbe dovuto consegnarle nel tardo pomeriggio e pranza con i colleghi. Alle 17,28 le videocamere la riprendono di nuovo nel cortile dell’azienda mentre parla con un collega per qualche minuto. Poi lo saluta, sale in macchina e se ne va.
Marisa Leo era convinta quel pomeriggio di andare al vivaio dell’ex compagno per riprendere la figlia. Ma lui, premeditando l’omicidio, aveva già portato la piccola altrove. Da quel luogo la 39enne non tornerà più.
Reina, come è stato ricostruito, aveva pagato un investigatore privato per pedinare la ex, mentre era in vacanza con la figlia le mandava video e audio strazianti della bambina che piangeva. Ma invece di riportarla da lei, come hanno confermato anche le amiche della vittima, lui la “usava” per farla sentire in colpa.
“Le diceva che era tutta colpa sua, perché lei non voleva tornare insieme a lui”, le parole di un’amica di Marisa Leo. E il giorno dell’omicidio, ha confermato un’altra amica davanti alle telecamere di “Quarto Grado”, “lei era convinta di andare a prendere sua figlia”.