L’ultimo attacco a Bergoglio dell’arcivescovo Viganò: “L’Anti-Papa non nuocerà più alla chiesa”

Nemmeno la morte di Papa Francesco è riuscita placare Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo scomunicato da Bergoglio lo scorso anno dopo una lunga campagna di attacchi pubblici al Pontefice. Nel decesso del Papa, infatti, l’ex nunzio in USA ha trovato nuovo vigore per attaccare l’ormai defunto successore di Pietro che definisce senza mezzi termini “L’Anti-Papa”.
“Egli dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime” ha scritto sui social Viganò, scomunicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede nel luglio scorso per il delitto di scisma.
Nel giorno della morte di Papa Francesco, l’ormai ex arcivescovo cattolico ha ricordato un passaggio di un’intervista rilasciata da Bergoglio a Eugenio Scalfari nel 2018, in cui si parlava dell’Aldilà, commentando: “Questi farneticamenti ereticali si oppongono direttamente alla Fede cattolica, la quale ci insegna che esiste per tutti un Giudizio particolare, cui Bergoglio non ha potuto sottrarsi”.
Parole non nuove visto che come aveva scritto l'ex Sant'Uffizio al momento della scomunica: "Sono note le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell'autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II".
Una stoccata però Carlo Maria Viganò l’ha riservata anche per i cardinali del conclave che dovranno eleggere il successore del Pontefice. “Se questo non-papa e anti-papa non potrà più nuocere al Corpo Mistico, nondimeno rimangono i suoi eredi, gli eversori che egli ha invalidamente creato ‘cardinali’ e che da tempo si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato” ha scritto Viganò, concludendo: “A dar loro manforte, accorrono i Cardinali e i Vescovi conservatori che si sono ben guardati dal mettere in discussione la legittimità di Jorge Bergoglio. È su costoro che grava la maggiore responsabilità per gli esiti del prossimo conclave”.