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Omicidio di Alice Scagni a Genova

L’ultima chiamata al 112 del papà di Alice Scagni: “Se l’ammazza? Non possiamo prevedere il futuro”

È stato diffuso l’audio dell’ultima telefonata del padre di Alice Scagni al 112. La chiamata è stata effettuata poche ore prima dell’omicidio. “Senza denuncia non possiamo fare nulla”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice
Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice
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"Cosa possiamo fare? Non ha mai denunciato suo figlio, non possiamo arrestarlo". Questa è una delle risposte del 112 alla telefonata di Graziano Scagni, padre di Alberto, il 40enne che nel pomeriggio del 1 maggio ha ucciso a coltellate la sorella Alice. L'audio della telefonata è agli atti dell'inchiesta per omicidio. Da tempo la famiglia di Alberto e Alice Scagni chiedeva che la registrazione fosse resa pubblica.

Secondo i genitori della giovane mamma vittima dell'omicidio, l'audio della telefonata sarebbe la prova che vi sono stati diversi allarmi sulla condotta minacciosa e pericolosa del figlio. Più telefonate per segnalare l'escalation di quelle ore, ma nessuna possibilità di far partire l'iter di denuncia.

"Sono già tre giorni che chiamiamo la polizia per questo" spiega a tal proposito Graziano Scagni al telefono con le forze dell'ordine nel tentativo di convincere gli agenti ad effettuare un sopralluogo a casa della figlia. "Se questa persona dovesse presentarsi a casa di sua figlia, lei non deve aprire e ci deve chiamare, noi manderemo l'auto sotto casa sua – risponde il poliziotto davanti all'educata quanto sconvolta insistenza del padre di Alice -. Per prendere questa persona, va bene?"

A quel punto, Graziano chiede cosa fare nel caso in cui Alberto si fosse presentato davanti alla sua abitazione o a quella della sorella (come poi è successo). "Se lo incontra mentre si trova fuori? Non lo so, non possiamo prevedere il futuro".

L'audio agli atti dell'inchiesta

"Il 30 aprile abbiamo chiamato perché Alberto aveva cercato di dare fuoco alla porta di casa della nonna – ha raccontato a Fanpage.it Antonella Zarri, madre della vittima – e ci hanno detto che non potevamo sporgere denuncia senza prove. Mio marito ha fatto un vero e proprio turno di guardia a casa di mia suocera per cogliere Alberto in flagrante ma non ci è riuscito. Dopo le minacce abbiamo chiamato il 112 che ci ha accusato d non aver mai sporto denuncia".

Alberto e Alice al matrimonio di Alice
Alberto e Alice al matrimonio di Alice

La verità che emerge dagli audio, secondo la famiglia assistita dall'avvocato Fabio Anselmo, è un'altra: davanti alle reiterate richieste di aiuto, nessuno è intervenuto. Le indagini sull'omicidio sono state chiuse da poco e Alberto Scagni è stato giudicato dai periti semi infermo mentalmente, ma in grado di stare in giudizio. Contro di lui è stata avanzata l'accusa di omicidio premeditato pluriaggravato.

"Premeditazione? Ma come può esserci? Alberto ha bisogno di assistenza psichiatrica, avrebbe dovuto essere sottoposto a TSO. Può esserci premeditazione da parte di un folle? – ha commentato telefonicamente Antonella Zarri durante un'intervista a Fanpage.it -. Avevamo chiesto aiuto anche al neurologo che doveva vederlo per il rinnovo della patente in quanto paziente con epilessia, gli avevamo spiegato la sua situazione mentale e lui si è rifiutato di incontrarlo dicendo che c'era un assoluto bisogno dell'intervento della Salute Mentale".

Alice Scagni
Alice Scagni

Resta aperto il secondo fascicolo sulle omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari: risultano indagati due agenti e una dottoressa del centro di salute mentale, interrogati nelle scorse settimane. I genitori, non considerati parte lesa all'interno del processo, non hanno potuto visionare le carte.

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