Luigi Oste condannato all’ergastolo per il delitto di Halloween: uccise Massimo Melis per “gelosia”
Ergastolo. È quanto recita la sentenza di condanna arrivata oggi per Luigi Oste, 62 anni, processato a Torino con l'accusa di aver ucciso la notte di Halloween dello scorso anno Massimo Melis, operatore della Croce Verde.
La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di assise, che ha accolto la tesi della procura. L’imputato, secondo gli inquirenti, stava perseguitando una donna di cui si era invaghito e sparò a Massimo Melis, amico di lei, perché si era convinto che fosse un rivale.
"Le sentenze si leggono e poi si impugnano”, l’unico commento arrivato dall'avvocato difensore di Oste, Salvo Lo Greco.
Contro Luigi Oste "non ci sono prove dirette" ma solo "pregiudizi", aveva detto prima della sentenza l’avvocato. "Melis – così Lo Greco in apertura dell'arringa difensiva – era un galantuomo cui tutti volevano bene. Non aveva nemici. Nessuno che lo odiasse. Ma questo non vuol dire che sia stato Oste, anche tutti i pregiudizi portano a lui".
Il legale aveva insistito sulla mancanza di prove dirette: "Non c’è l'arma del delitto. Non ci sono testimoni. Non esiste un filmato o anche solo un fotogramma che documenti l'evento. Le emergenze processuali non possono essere adattate al pregiudizio".
Ma per la Corte è lui il responsabile del delitto di Halloween.
La donna considerata vittima di stalking da parte di Oste, Patrizia C., si è costituita parte civile e le è stato riconosciuto il diritto a un risarcimento e una somma a titolo di acconto di cinquantamila euro.
A quattro familiari della vittima invece sono stati assegnati degli indennizzi quantificati in complessivi 770 mila euro. "Dobbiamo distinguere – ha commentato l'avvocato Paolo Romagnoli – due aspetti. Sotto il profilo processuale possiamo esprimere soddisfazione per i tempi e il risultato del processo. Ma sul piano personale abbiamo una famiglia che sconta l'ergastolo dal primo novembre dello scorso anno. E non ci può essere soddisfazione”.