Sono in arrivo alcune norme europee riguardanti i prodotti usa e getta come contenitori per alimenti, tazze e bicchieri, posate, cotton fioc, attrezzi per la pesca, agitatori per bevande, aste dei palloncini e altro ancora. Non verranno "colpiti" invece oggetti come salviette umidificate e assorbenti, non esistendo alternative eco-friendly, anche se il loro packaging verrà minimizzato il più possibile.
L'obiettivo è chiaro e ovviamente condivisibile: combattere la plastica, responsabile dell'85% dell'inquinamento riguardante oceani e spiagge di tutto il mondo ma non solo, danneggiando anche uomini e animali con la sua dispersione nel cibo, nell'acqua e nell'aria.
Dopo il divieto dei sacchetti in plastica risalente al 2015, da Bruxelles si sta cercando di incentivare la ricerca di materiali riciclabili. Ma intanto si è proposto un bando di oggetti nocivi che riguarderebbe anche le cannucce, ed è stata proprio quest'ultima scelta a mettere sull'attenti una fascia considerevole di cittadini: le persone con disabilità.
Qualora non si riuscisse a trovare un'alternativa, ad esempio inserendo cannucce di carta nei locali come bar, ristoranti, mense, fast-food ecc… Non resterebbe, nel caso peggiore, che l'eliminazione completa delle cannucce, lasciando solamente i contenitori delle bevande. Nel caso in cui ciò si verificasse, potrebbe essere un problema per coloro che non riescono a bere ad un bicchiere o ad una tazza liberamente: quello che per molti di noi è un gesto scontato e naturale, infatti, per altri è qualcosa di inaccessibile a causa di problemi di deglutizione o impossibilità motorie, ad esempio per una scarsa manualità o per tante altre ragioni.
Molte realtà come quella di Starbucks hanno già attuato questa saggia scelta di riduzione della plastica. Speriamo quindi che questo giustissimo provvedimento ecologico venga portato a termine in modo drastico, ma tenendo in considerazione le esigenze di tutti, anche dei disabili: basterebbero piccoli accorgimenti affinché chiunque possa vivere in un mondo più pulito e più inclusivo. Noi ci speriamo.