Lucia Annibali, sfregiata con l’acido: in aula parla l’ex Varani, lei va via
“Mi sento responsabile di quello che è accaduto, anche se il dominio dell'operazione mi è sfuggito di mano. Ma a innescare tutto sono stato io”: queste alcune delle parole che avrebbe pronunciato stamane in aula l’avvocato Luca Varani, l’uomo accusato di aver pagato due sicari per aggredire la sua ex compagna Lucia Annibali. La donna, anche lei avvocato, è stata sfregiata con l’acido il 16 aprile scorso, mentre tornava a casa. Accusati di averla aggredita materialmente Rubin Talaban e Altistin Precetaj, due albanesi a processo come Luca Varani. L’ex di Lucia ha reso delle dichiarazioni spontanee in apertura della terza udienza a porte chiuse del processo con rito abbreviato davanti al gip del tribunale di Pesaro, Maurizio di Palma. Le dichiarazioni di Varani erano previste e sarebbero state in linea con quanto, il 22 settembre scorso, aveva esposto agli inquirenti: il progetto di aggressione a Lucia Annibali doveva limitarsi al danneggiamento della sua auto.
Lucia non ha ascoltato le parole di Varani – In aula, questa mattina, era presente Lucia Annibali che però, prima ancora che Varani iniziasse a parlare, è andata via. La donna non ha voluto ascoltare le parole dell’uomo accusato di averla fatta aggredire e ha lasciato l’aula del processo per rifugiarsi in un’aula accanto del tribunale. Varani, che deve rispondere di stalking, lesioni gravissime e tentato omicidio e per il quale il pm Monica Garulli, ha chiesto 20 anni di carcere, ha parlato per circa venti minuti, ricostruendo il suo rapporto con l’avvocatessa. Il suo difensore, l'avvocato Roberto Brunelli, ha riferito che è stato mostrato il foglio di un quotidiano in cui si riportavano le dichiarazioni di un compagno di cella dell'imputato, secondo cui Varani piangeva sempre ed esprimeva il desiderio di vedere Lucia. L’uomo non si sarebbe fatto vivo con Lucia “solo perché qualunque suo gesto sarebbe stato strumentalizzato”. Varani avrebbe nominato anche la figlioletta nata alcuni mesi fa, mentre lui era già in cella.