Lucia Annibali sfregiata con l’acido: “Domani il processo, ho già vinto”

È serena Lucia Annibali, l’avvocatessa di 36 anni sfregiata con l’acido da due sicari (Rubin Talaban e Altistin Precetaj) assoldati, secondo l’accusa, dal suo ex compagno, l’avvocato Luca Varani. È serena, anche alla vigilia del processo nei confronti degli uomini accusati di averla aggredita, perché consapevole di aver già vinto. Il processo riprende domani a Pesaro con rito abbreviato. C’è molta attesa per la sentenza (che è prevista per sabato) ma comunque vada “ho già vinto”, ha spiegato all’Ansa Lucia, che da tempo si è ribellata al ruolo di vittima a vita. Ha saputo reagire all’aggressione, ha mostrato il suo volto e per il suo coraggio ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. E se Lucia Annibali, come ha fatto sapere il suo avvocato di parte civile Francesco Coli, “è serena come sempre”, sarebbe apparso fiducioso anche il suo ex compagno Varani, l’uomo accaduto di essere la mente dell’aggressione con l’acido. Questo è quanto comunicato da uno dei suoi due legali, Roberto Brunelli, che dovrà difendere Varani da diverse pesanti accuse.

Pesanti accuse contro l’ex di Lucia – Dal tentato omicidio per aver manomesso l’impianto del gas della cucina della donna due mesi prima l’aggressione con l’acido, alle lesioni gravissime e stalking per aver perseguitato Lucia con appostamenti e telefonate. Varani finora ha ammesso solo di aver commissionato a uno dei due sicari albanesi il danneggiamento dell’Audi nuova della vittima. Ma sarebbero diverse le prove contro di lui, tra cui un appunto che avrebbe cercato di far avere ai suoi presunti complici in cui dava indicazioni su quello che avrebbero dovuto dire. Secondo l’avvocato di Lucia Annibali ci sono tutte le prove per condannarlo. Da parte sua l’avvocato Brunelli ha invece detto che il suo assistito si è assunto la responsabilità morale, ma la responsabilità giuridica è da dimostrare: l’avvocato ha rivelato che Varani ha manifestato l'intenzione di chiedere perdono alla sua ex compagna, ma che è stato dissuaso dai suoi legali per il rischio che questo gesto venisse strumentalizzato.