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Luca Seidita, diacono ad Orvieto: il suicidio dopo diniego della Santa Sede

Luca Seidita, 29 anni, si è suicidato ad Orvieto dopo aver ricevuto il diniego dalla Santa Sede a diventare sacerdote.
A cura di danila mancini
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"Volevo diventare sacerdote e tutta la mia vita è stata dedicata a questo, ma mi è stato negato": martedì sera, intorno alle 21:30, Luca Seidita si è lanciato dalla Rupe di Orvieto, mura medioevali della città alte circa 30 metri. Il suo corpo è stato notato da un passante, che per caso passeggiava con il suo cane proprio in quella zona.

Ecco come la cronaca racconta il fatto duro e crudo.

A questo punto bisognerebbe chiedersi perché un giovane diacono, desideroso di diventare sacerdote, abbia deciso di suicidarsi ben consapevole della gravità del gesto, considerato peccato mortale dal Cattolicesimo moderno.

Luca, originario di Lecce, si è trasferito ad Orvieto nel 2005, dove ha completato gli studi teologici all'Università Lateranense. Dopo aver ricoperto il ruolo di segretario del Vescovo, è stato nominato diacono, in attesa di ricevere il Sacramento del Sacerdozio dalla Santa Sede. Martedì scorso, come raccontato da Mons. Scanavino, Luca ha ricevuto la risposta, rimanendone profondamente turbato: "Cosa ho fatto? Ditemi che cosa ho fatto…". La Santa Sede ha definito il ragazzo "non maturo per diventare sacerdote" e, così, il sogno di Luca è svanito, come anche la sua vita.

Prima di compiere quello che viene definito un folle gesto, Seidita ha scritto una lettera con il suo computer, nella quale ha spiegato le ragioni del suicidio, non legate certo alla sua omosessualità, come molte malelingue hanno ipotizzato, quanto piuttosto alla consapevolezza di essere un ragazzo fragile e, per questo, molto sensibile. Mons. Scanavino lo ricorda con parole di profondo affetto miste ad amarezza: "Voleva fare il prete a tutti i costi, perché è l'ideale che aveva sempre perseguito. Per me era pronto a diventare prete. Ci sono state divergenze di valutazione, come è logico sia in una comunità plurima. Io ho sempre cercato di dargli la possibilità di dimostrare la propria convinzione di poter diventare sacerdote. Ci sono state valutazioni sul grado di maturità del diacono".

Luca ha ricevuto la risposta lunedì sera tramite un fax della Nunziatura. Martedì, insieme a Mons. Scanavino, il ragazzo si è recato presso la Congregazione dei Vescovi, dove per la seconda volta si è sentito dire "no". Forse il peso di quel monosillabo è stato per lui così pesante e doloroso, che non ha retto l'attesa di un rinvio. Giovedì il feretro di Luca dovrebbe lasciare Orvieto per la Puglia, dove verrà salutato per l'ultima volta dai parenti durante una breve cerimonia religiosa.

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