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Luana D’Orazio assunta con funzioni di catalogazione: “Non avrebbe dovuto usare i macchinari”

Luana sarebbe stata assunta con mansioni di catalogazione. Secondo il contratto ancora al vaglio delle autorità giudiziarie, non avrebbe dovuto avere accesso ai macchinari. La Procura vuole vederci chiaro e indaga anche sul rispetto delle norme di sicurezza. Sotto la lente di ingrandimento i due orditoi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Luana D'Orazio
Luana D'Orazio

Luana D'Orazio è stata probabilmente assunta per mansioni di "catalogazione". Nulla, quindi, che prevedesse lavoro con i macchinari. Emergerebbe dal contratto, ancora al vaglio delle autorità giudiziarie. L'operaia di 20 anni morta schiacciata da un orditoio, quindi, non avrebbe dovuto avere accesso a macchinari di quel tipo. I legali della famiglia e la stessa Procura vogliono vederci chiaro e sono all'opera per capire se la giovane mamma avesse ricevuto la formazione necessaria per un mestiere potenzialmente pericoloso. Gli accertamenti proseguono su diversi fronti, ma le autorità mantengono il massimo riserbo sulla cosa.

Nel frattempo è iniziata la perizia sull'orditoio che ha ucciso l'operaia. Sotto la lente di ingrandimento anche il macchinario gemello, l'unico ancora in funzione. Gli inquirenti hanno voluto rimetterlo in moto per analizzarne le fasi di lavorazione. L'orditoio che ha ucciso Luana, invece, sarà analizzato in maniera più approfondita nei prossimi giorni. Secondo le prime indiscrezioni, dal macchinario industriale sarebbe stata rimossa una grata protettiva che avrebbe dovuto impedire ai dipendenti di restare impigliati durante il processo di lavorazione. Sono però tante le domande delle autorità. Ci si interroga sul processo di formazione dell'operaia 20enne: per contratto avrebbe dovuto essere affiancata da qualcuno che le spiegasse il funzionamento della macchina produttiva. Eppure, però, sembra che abbia conseguito solamente le 4 ore previste dalla legge. Sul posto di lavoro non aveva assistenza.

Secondo la Procura di Prato, la tragedia non si sarebbe consumata se vi fossero state le idonee precauzioni. Le accuse principali riguardano la saracinesca protettiva, alzata al momento del primo sopralluogo dopo la tragedia. Iscritti al registro degli indagati per il momento Luana Coppini, titolare della piccola azienda, e l'addetto alla manutenzione del macchinario Mario Cusimano.

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