L’ospedale è troppo distante, Francesco nasce nella Jeep dei genitori lungo la statale
“Ciao mi chiamo Francesco e sono nato in macchina arrivando in ospedale”. Luca Paderi presenta così il figlio Francesco al mondo, sulla sua pagina Facebook.
“Per fortuna stiamo tutti bene! – continua il post del neopapà – Grazie agli angeli che ci aspettavano all’ingresso (dell’ospedale) ma vi assicuro che ho perso 10 anni di vita!!”.
La nascita di Francesco, e lo spavento al quale l’uomo fa riferimento, è avvenuta infatti in circostanze decisamente non usuali.
Secondo la versione riportata dall’Unione Sarda, nel pomeriggio del 7 giugno la compagna di Luca, Alessandra Sanna, arrivata al termine della gravidanza comincia ad avvertire i primi segnali.
Sono le 16.40 quando la giovane coppia si mette in auto, direzione Policlinico di Monserrato (provincia di Cagliari).
I due, infatti, abitano a Muravera, piccolo comune della Sardegna sud-orientale, ma nell’ospedale locale il reparto di Ostetricia è chiuso ormai da anni: Luca e Alessandra non hanno quindi altra scelta se non quella di far nascere il piccolo nella struttura attrezzata più vicina, a Monserrato.
Ma se quello era l’intento originario, il piccolo ha invece deciso di scombinare i piani dei genitori in maniera alquanto inaspettata: appena avvertite le prime avvisaglie, infatti, la coppia si era messa in viaggio per l’ospedale, distante una settantina di chilometri.
Ma Francesco non ne ha voluto sapere di pazientare un’ultima ora: dopo 35 minuti di viaggio, Alessandra ha cominciato a urlare “Non riesco, non riesco a tenerlo!”.
Il compagno ha allora chiamato immediatamente il Policlinico, dove li attendeva l’ostetrica di riferimento che, una volta compresa l’urgenza della situazione, ha allertato l’équipe e ha cominciato a dare indicazioni telefoniche.
L’impaziente bambino è nato così, nel sedile passeggero della Jeep dei genitori, all’altezza del semaforo per Selargius lungo la statale 554, direzione Monserrato.
Ad attenderli davanti all’ingresso del pronto soccorso, distante pochi chilometri, tutto il team del personale medico, ma ormai la parte più difficile era stata superata.
“Non lo avrei mai detto – racconta il neopapà – che sarebbe nato in auto. Amiamo già immensamente Francesco per la voglia di vivere che ha dimostrato sin dal primo secondo”.