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Loris Stival, scarcerazione di Veronica Panarello: udienza il 31 dicembre

L’avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita, dovrà convincere i giudici del Tribunale di Catania che la sua assistita non avrebbe motivo di rimanere in carcere. Udienza a porte chiuse a partire dalle 9.30 del 31 Dicembre.
A cura di Fabio Giuffrida
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Non sono bastati i funerali del piccolo Loris a chiudere una volta per tutte un caso che ha scosso il Paese, che ha attirato i media italiani e che ha messo sotto i riflettori la vita privata della famiglia Stival. Le indagini continuano senza sosta e si valutano tutte le piste possibili, senza tralasciare alcun dettaglio: agli abitanti di Santa Croce Camerina è stato chiesto più volte di collaborare, fornendo ogni informazione utile a ricostruire quella maledetta mattina del 29 Novembre nella quale un bimbo di 8 anni ha perso la vita, strangolato e poi gettato in un canalone al Mulino Vecchio. Al momento, ad essere accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, è la madre del piccolo, Veronica Panarello, trasferita dal carcere di Catania a quello di Agrigento: la donna continua a dichiararsi innocente e non ha preso parte ai funerali di suo figlio, pur avendo espresso più volte la volontà di dare un ultimo saluto a Loris.

Udienza a porte chiuse al tribunale di Catania

A difendere Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, che ha chiesto la scarcerazione della sua assistita la quale, allo stato attuale, è innocente anche se gli inquirenti sono riusciti, attraverso una lodevole attività di indagine, a trovare alcuni elementi che smentiscono le sue dichiarazioni e che, di fatto, si sono trasformati in "gravi indizi di colpevolezza". Il 31 Dicembre, quindi, si terrà a Catania l'udienza di scarcerazione della madre del piccolo Loris: mercoledì prossimo i giudici catanesi dovranno valutare la richiesta del legale della donna che vorrebbe ottenere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per la sua assistita. L'udienza – che comincerà alle 9.30 e che sarà a porte chiuse – si terrà nel Palazzo di Giustizia di Catania: parteciperanno il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, il sostituto procuratore Marco Rota e l'avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita. Quest'ultimo, come riporta l'Ansa, non avrebbe intenzione di presentare subordinate come gli arresti domiciliari.

Ecco perché il giudice ha applicato la custodia cautelare in carcere

"La misura precautelare del fermo è giustificata ai sensi dell'articolo 384 c.p.p., in quanto, oltre ai gravi indizi di colpevolezza, sussiste un fondato pericolo di fuga" scriveva il Gip argomentando che la donna sarebbe potuta fuggire in considerazione "dell'estrema gravità del reato, punibile con la pena dell'ergastolo, delle concrete modalità di esecuzione del crimine, della condotta incredibilmente cinica tenuta subito dopo gettando il corpo del bambino in un canale di scolo, del particolare profilo della personalità dell'indagata, dei rapporti molto problematici con la sua famiglia d'origine e della straordinaria attenzione mediatica che il caso sta suscitando, tutti elementi specifici che potrebbero indurre la Panarello ad allontanarsi per sottrarsi alle sue responsabilità". Alla luce di tutto questo, "deve essere convalidato il fermo per il reato di omicidio volontario aggravato". In merito alla custodia cautelare in carcere, il Gip ha aggiunto che deve essere applicata non solo per la presenza di gravi indizi di colpevolezza e per il fondato pericolo di fuga, ma anche perché la donna potrebbe "commettere gravi delitti con uso di mezzi di violenza personale, nonché delitti della stessa specie di quelli per cui si procede, alla luce delle modalità del fatto e della personalità dell'indagata desunta dai suoi comportamenti, denotando i reati posti in essere un'indole violenta e l'incapacità di controllare gli impulsi omicidiari". E conclude: "Nessuna misura diversa dalla custodia in carcere appare idonea a soddisfare le esigenze cautelari in questione".

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