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Lorenzo, scaraventato per terra dalla madre a Catania: “L’ho fatto per nervosismo”

Ha 26 anni la giovane donna che ha scaraventato per terra il figlio di 3 mesi: “Lui non stava nemmeno piangendo. Quel giorno avevo giramenti di testa e un forte mal di testa. Non volevo ucciderlo”. Ha persino partecipato al suo funerale venerdì scorso a Catania ma adesso sta male ed è rinchiusa nel carcere di Piazza Lanza.
A cura di Fabio Giuffrida
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neonato

Lorenzo è un angioletto. È volato in cielo troppo presto. A soli tre mesi è stato scaraventato per terra dalla madre, una donna di Catania, traumatizzata dalla perdita della madre, volata in cielo in appena otto giorni: “Che eri bella mammina mia il giorno che ti sei sposata. Mi manchi ogni giorno che passa, purtroppo la vita con me è stata crudele. Mi manchi”, scrive su Facebook in un post del 2016. Una ragazza che è stata lasciata da sola durante la gravidanza: l'ex compagno –secondo il legale dell’indagata, l'avvocato Luigi Zinno – non è stato al suo fianco. I due si erano conosciuti nel 2014, poi alcuni mesi fa la rottura. Quando Lorenzo è nato la 26enne ha deciso di dargli il suo cognome.

La giovane madre adesso sta male, è depressa, non è in lei, probabilmente non ha ancora realizzato nemmeno la gravità del fatto commesso. Venerdì scorso ha partecipato al funerale del figlio; per ora resta dietro le sbarre, al carcere di Piazza Lanza a Catania, ma è probabile che venga disposto un trasferimento presso una struttura sanitaria idonea al suo stato di salute mentale. “Ho lanciato il bambino a terra nella stanza da letto, ero ai piedi del letto. L’ho lanciato con forza […] mi si è oscurata la mente, non ho visto più. In quel momento mi è venuto di lanciarlo per nervosismo, lui non stava nemmeno piangendo. Quel giorno avevo giramenti di testa e un forte mal di testa. Non volevo ucciderlo” ha spiegato. Lo amava, continua a ripetere. E lo scrive anche su Facebook “Amo mio figlio” si legge.

Un’amica ha fatto sapere che – dopo la nascita del piccolo – la donna non avrebbe avuto un atteggiamento “tranquillo” aggiungendo che avrebbe “preferito una femmina” e che in qualche occasione lo avrebbe “tirato per un braccio”, usando “modi bruschi”, “lasciandolo piangere, non lavandolo e non alzandosi durante la notte al suo pianto". Il padre di lei, che le aveva prenotato una visita psichiatrica, l’avrebbe “più volte minacciata di toglierle il bambino”. Dello stesso avviso anche la nonna secondo cui la giovane madre avrebbe urlato al piccolo "di stare zitto, di non piangere, disinteressandosi delle sue esigenze”. Lo avrebbe "lanciato sul letto dicendo di non volerlo e scuotendolo con veemenza". 

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Per il Gip "Lorenzo non è certo caduto casualmente dalle braccia della madre e ha accusato lesioni di tale gravità da far ritenere con ogni verosimiglianza che sia stato sbattuto a terra con enorme violenza e ripetutamentecosì come confermato dai sanitari che lo hanno avuto in cura e dal medico legale incaricato dal pubblico ministero secondo cui erano presenti "svariate fratture della teca e della fossa cranica".

Una donna che forse aveva bisogno di aiuto. Perché, questo omicidio, se qualcuno avesse parlato prima, si sarebbe potuto evitare.

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